La "quinta skill", relegata ad un ruolo secondario dalla didattica dell'ultimo ventennio, è l'unica abilità capace di attivare entrambi gli emisferi del cervello umano nel c.d. "switch" grazie alla sua capacità osmotica e alla funzione performativa del linguaggio.
Imparare una lingua straniera non è semplice, si sa. Per gli italiani questo vale ancor di più se la lingua in questione è l'inglese. Abbiamo provato a capire se la causa non sia da ricercarsi magari in un approccio didattico sbagliato chiedendoci cosa potrebbe aiutarci ad "afferrare" meglio la lingua. Ne abbiamo parlato con la English Coach italiana, Monica Perna che ci ha spiegato come, a suo parere, sia la Traduzione, l'esercizio più importante in assoluto.
“La traduzione di un testo da una lingua ad un'altra è un'attività che ancora oggi non rientra tra le abilità valutate ai fini del livello di conoscenza di una lingua straniera. Il CEFR (Common European Framework of Reference for Languages), conosciuto in Italia come QCER, (Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue), prende infatti in considerazione le quattro abilità standard, ossia ascolto, comprensione, produzione orale e produzione scritta tralasciando quella che io definisco come la quinta skill, l'abilità chiave che merita di rientrare a pieno titolo tra i criteri di valutazione del livello linguistico di uno studente”.
Così esordisce Monica Perna, English Coach italiana, direttore di The English Academy e creatrice della Masterclass online Impara l’Inglese con Monica che, lo scorso ottobre, ha ideato e presentato al pubblico un nuovo metodo di insegnamento della lingua inglese, Metodo AUGE che rimette al centro dell'apprendimento linguistico l'abilità del tradurre. Il metodo, che prende il nome dall'impresa di formazione ed educazione fondata dalla Coach italiana a Dubai nel 2019, la Auge International Consulting, è il punto di arrivo di uno studio condotto per oltre 3 anni con il quale la Perna ha indagato a fondo sui meccanismi di memorizzazione e coinvolgimento attivo che portano alla padronanza di un idioma straniero.
Traduzione: lo switch che attiva entrambi gli emisferi del cervello
“Da anni mi batto – prosegue la Perna – affinché la traduzione conquisti il ruolo che merita sia nella didattica delle lingue straniere che tra i parametri di valutazione del livello di conoscenza di una lingua”. La Coach brianzola, che ha una carriera accademica come Interprete e Traduttore, riconosce infatti un ruolo di fondamentale importanza a questa skill, che le tecniche più recenti di insegnamento delle lingue hanno relegato ad un ruolo marginale e secondario, quale “abilità chiave” da sviluppare parallelamente alle quattro prese oggi in considerazione dal CEFR.“Tradurre – spiega Monica Perna – è un'attività che comprende l'interpretazione del significato di un testo e la successiva produzione di un nuovo testo, equivalente a quello di origine, ma in un'altra lingua. Questo esercizio richiede un doppio lavoro a chi lo compie: da un lato la comprensione piena e totale del significato della lingua di partenza (L1) e dall'altro la resa coerente e corrispondente, in termini di significato, nella lingua di arrivo (L2). È l'unica “arte” in grado di attivare entrambi gli emisferi del cervello umano nel cosiddetto “switch” ossia il passaggio dalla lingua di partenza a quella di arrivo. Tale esercizio produce una padronanza ed un livello di comprensione delle strutture linguistiche straniere che è totale in quanto ancorato ad un percorso logico insito nell'atto della traduzione stessa”.
La traduzione “quintessenza” dell’apprendimento linguistico
Questa capacità osmotica della traduzione, ossia di manipolare e plasmare il testo originale in una nuova entità che abbia però lo stesso significato del primo è equiparabile, secondo molti studiosi, alla funzione performativa del linguaggio, in cui la lingua diventa essa stessa azione. La pratica del tradurre, infatti, non solo genera nuovi significati che erano sottesi al testo di partenza ma, nella manipolazione della lingua, attiva delle potenzialità inespresse che contribuiscono in modo molto rilevante all'acquisizione di una padronanza vera delle strutture linguistiche straniere.
“Nel mio nuovo metodo di insegnamento la traduzione è il punto di forza di un approccio che, oggi più che mai, deve essere immersivo ed esperienziale. E l’atto traducente contribuisce all’esperienzialità dell’apprendimento. Non credo, quindi, di inimicarmi parte della dottrina e della metodologia di settore nel sostenere che il ruolo e l'efficacia della traduzione vadano oggi rivalutati - conclude la Perna. Sono anzi convinta del fatto che essa andrebbe inserita tra i parametri di valutazione previsti dal CEFR quale “quintessenza dell’apprendimento linguistico”.