Sarà disponibile da venerdì l'ormai attesissimo libro Fire and Fury: Inside the Trump White House scritto da Michael Wolff. L'editore, Henry Holt & Co, ne ha anticipato l'uscita di alcuni giorni (era prevista per il prossimo martedì), più per sfruttare l'enorme interesse suscitato sulla scia delle prime anticipazioni, che per il timore che realmente la Casa Bianca dia seguito alle ventilate minacce di impedirne l'uscita ricorrendo alle vie legali.
Nel frattempo, altri aneddoti sono stati resi noti riguardo le abitudini dei Trump all'interno delle mura del 1600 di Pennsylvania Avenue, in cui il ritratto del presidente oscilla tra quello di un idiota e quello di un bambino viziato. Ecco alcune delle prime indiscrezioni di come Trump vive all'interno della Casa Bianca.
In una delle residenze più sicure al mondo, Trump ha preteso che alla porta della sua camera fosse messa una serratura, nonostante i servizi segreti lo abbiano sconsigliato in tal senso, per avere un più rapido accesso alla stanza in caso di necessità.
Trump ha litigato con il personale che si occupa di tenere in ordine le sue stanze private urlando che se la sua camicia era sul pavimento, è perché lui la voleva sul pavimento. E, sempre secondo quanto riportato da Wolff, sarebbe Trump a disfare il letto quando desidera cambiare le lenzuola.
Ma c'è anche un altro aspetto curioso del presidente Usa, quello igienista. Nessuno deve toccare le sue cose, specialmente il suo spazzolino da denti. A questo si aggiunge anche il timore di essere avvelenato, tanto che prima di diventare inquilino della Casa Bianca andava a mangiare da McDonald's perché nessuno sapeva che sarebbe andato lì e perché il cibo era già stato preparato.
Vita privata separata con la moglie Melania che non vivrebbe a stretto contatto con il marito. Lui, inoltre, andrebbe a letto presto, alle 18.30, chiudendosi in camera con un cheeseburger e tre televisori, due dei quali li ha fatti installare lui, in aggiunta a quello già presente.
Delle giornate alla Casa Bianca, Wolff descrive un Trump distratto e smarrito in un ambiente non suo, interessato soprattutto a farsi riassumere gli ultimi giudizi espressi su di lui dai media.
Infine, l'affermazione più interessante riguarda il vero motivo della sua corsa alla presidenza. Per Trump, la corsa alla Casa Bianca era solo un mezzo per farsi pubblicità. La sua intenzione era quella di perdere onorevolmente, con una sconfitta di misura, ed usare la notorietà ottenuta per lanciare un suo marchio nel mondo dei media con una propria rete televisiva.
Questo spiegherebbe la disperazione nel momento in cui ha appreso che sarebbe divenuto presidente.