Continua la partita su Taranto. Michele Emiliano svela l'ennesimo bluff di Matteo Renzi
Michele Emiliano, con il suo pragmatismo e la sua tenacia, continua a sbugiardare la propaganda di Matteo Renzi, dimostrando quanto gli sproloqui verbali del presidente del Consiglio siano supportati quasi sempre dalla logica del sofismo e quasi mai dalla realtà dei fatti.
La vicenda dei 50 milioni a Taranto, per Renzi si è trasformata in un boomerang che continua a colpire la sua immagine, già peraltro abbondantemente offuscata, svelando che sotto il volto sorridente del bravo ragazzo è nascosta la faccia dell'arrivista rapace e senza scrupoli pronto a carpire qualsiasi occasione per affermarsi e a vendicarsi di chiunque lo ostacoli su quella strada.
Dopo aver tolto dalla legge di bilancio 50 milioni promessi alla sanità di Taranto per i disastri dell'Ilva, e dopo aver cercato - inutilmente - di incolpare altri per la sua decisione, Matteo Renzi aveva fatto ricorso al classico coniglio, miracolasamente estratto dal cappello, mascherato in un accordo che lo Stato avrebbe raggiunto con la famiglia Riva e che avrebbe consentito a Taranto di ricevere oltre un miliardo di euro a risarcimento dei danni subiti a causa dell'acciaieria.
Ma come ha spiegato Michele Emiliano, in una intervista rilasciata all'Huffington Post, «fino a che il patteggiamento non viene accettato dalla Procura e poi ratificato dal Giudice terzo non esiste quel miliardo di cui parla Renzi. Se tali richieste fossero state già presentate nelle cancellerie dei giudici probabilmente ne avremmo già avuto notizia certa.»
Ma è stata pubblicata una nota che parla di accordo tra azienda e gruppo Riva che "potrà" essere stipulato entro febbraio. E proprio su quel potrà che Emiliano mette l'accento sottolineando che «quella nota conferma che le trattative sono in corso, ma le procure non hanno ricevuto i termini dell’accordo. Fino ad oggi si è parlato di cose che non esistono finché non saranno ratificate!»
E tanto per fare chiarezza su come stiano veramente i fatti, al di là degli annunci propagandistici di Renzi, Michele Emiliano - come si dice in casi analoghi - ha preso carta, penna e calamaio ed ha scritto alle procure di Taranto e Milano inviando «una richiesta per conoscere la verità. La Regione Puglia, in quanto persona offesa dai reati commessi dai Riva per i quali procede la Magistratura di Taranto, può legittimamente avanzare questa richiesta.»
E le procure sono obbligate a rispondere? «Non sono obbligate a farlo fino a che l’istanza non è formalmente presentata, ma perché il giudice ratifichi l’accordo di patteggiamento tutte le parti devono essere avvisate e possono partecipare all’udienza in camera di consiglio che lo definisce.»
Quindi, per il premier Renzi, evidentemente afflitto da una grave forma di annuncite acuta, si prospettano tempi duri e bocconi amari difficili da digerire provenienti dalla Puglia.
Infatti, quei soldi per ora ipotetici che dovrebbero arrivare dai Riva, secondo le intenzioni del Governo dovrebbero andare a favorire un risanamento dell'Ilva a vantaggio di un nuovo possibile acquirente dell'impianto con le cose che in futuro rimarrebbero praticamente identiche a quelle attuali.
La produzione dell'acciaieria dovrebbe, secondo il ministro dello Sviluppo Calenda, continuare a sfruttare il carbone. Invece, sulla base di un piano già presentato al Governo, Michele Emiliano ha prospettato una riconversione degli impianti che dovrebbero utilizzare il gas il cui costo dovrebbe essere però ridotto sia come compensazione alla città per i guasti compiuti dall'acciaieria, sia anche grazie al nuovo gasdotto - che è previsto approdi in Puglia - che potrà essere utlizzato come fonte di approvvigionamento.
Se già questo pare sufficiente ad illustrare quanto potranno essere complicati in futuro i rapporti tra regione Puglia e Governo, non dimentichiamo che il miliardo e oltre dei Riva, per Emiliano dovrà anche essere utilizzato per i risarcicimenti diretti alle famiglie e per la sanità di Taranto.
Nel caso Matteo Renzi continui la sua esperienza governativa anche dopo il referendum del 4 dicembre, può fin d'ora cerchiare in rosso il termine Taranto nel suo personale calendario, perché sarà un tema su cui difficilmente potrà far valere i suoi ormai conosciuti e più che svelati giochetti propagandistici... grazie al presidente della regione Puglia Michele Emiliano.