Già nella notte di lunedì, Matteo Salvini, commentando la vittoria della Lega al voto delle europee, senza che nessuno entrasse sull'argomento, aveva dichiarato che gli era stato riferito che fosse in arrivo una lettera della Commissione europea sul deficit dell'Italia.
Nel caso, il vicepremier leghista, pur non essendo ministro dell'economia e neppure a capo dell'esecutivo, aveva tronfiamente ribadito che, in sostanza, di quanto avrebbe scritto la Commissione Ue lui se ne ne sarebbe tranquillamente fregato, ribadendo che il Governo avrebbe licenziato la flat tax, azzerato la Fornero, disinnescato la clausola dell'aumento dell'Iva per il prossimo anno e chi più ne ha più ne metta, nonostante anche l'Istat ormai concordi che la crescita in Italia per il 2019 sarà prossima allo zero.
Per Salvini, in base a quanto ci ha fatto sapere, il voto alle europee avrebbe secondo lui ribaltato i rapporti di forza in Europa, favorendo le forze sovraniste che d'ora in avanti detterebbero l'agenda del nuovo Parlamento, del nuovo Consiglio europeo e della nuova Commissione Ue. Per questo, qualsiasi ammonimento inviato nei confronti dell'Italia, sempre secondo il segretario leghista, lascerebbe il tempo che trova.
Ma è realmente così?
No. Perché i rapporti di forza nel Parlamento europeo si sono sì allargati e non sono più esclusiva dei soli gruppi popolari ed europei, ma sovranisti e populisti non hanno neppure i numeri sufficienti né per sperare di avere un ruolo guida in un maggioranza, né per sperare di essere ago della bilancia in una qualsiasi maggioranza! In pratica, non conteranno nulla. E naturalmente, considerando come è andato il voto nel nostro Paese, anche l'Italia non conterà nulla... e sicuramente meno di prima.
Inoltre, la Commissione europea sarà comunque espressione del Consiglio europeo e dei capi di Stato da esso rappresentati, gli stessi che c'erano un anno fa, gli stessi che non erano disposti a chiudere alcun occhio su una eventuale procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia... e tra questi vi erano anche tutti, ma proprio tutti, gli estremisti di destra "amici" di Salvini.
Nonostante ciò, il tronfio Salvini continua a blaterare il classico "me ne frego" che nel ventennio caratterizzava le dichiarazioni di quelli che sono i suoi punti di riferimento politici.
Intanto, però, Bloomberg fa sapere che entro la prossima settimana la Commissione europea sta considerando di proporre per l'Italia una procedura di infrazione sul debito del 2018, primo passo per una sanzione da 3,5 di miliardi di euro.
E nonostante i numerosi "me ne frego" di Salvini, quest'oggi lo spread è balzato a quota 280.