Un antico detto popolare ricorda che
“la fretta è cattiva consigliera”!
Una massima che il prof. Conte pare non conoscere, o quantomeno non voler considerare se dopo sole poche settimane dall’essersi liberato, con frustrazione, dalle subdole insidie della politica attiva sembra farsi già allettare dal trabocchetto che gli sta tendendo il giullare genovese.
Non solo ma appena venerdì scorso, nel concludere la interessante lectio magistralis, tenuta nell’Aula Magna dell’Università di Firenze, il prof. Conte ricordava agli studenti che:
“Il dubbio è il giusto antidoto contro la trappola delle illusioni e delle false certezze”!
Un dubbio però, che sembrerebbe non averlo neppure sfiorato partecipando, ieri, al summit del M5S, ma ancora meno nell’accettare il compito di elaborare e proporre al summit un progetto per la ricostruzione ed il rilancio di quel “nuovo” M5S del quale lui dovrebbe diventare il leader.
Se Giuseppe Conte non fosse maggiorenne e vaccinato si potrebbe etichettare questa sua condiscendenza come un atto di puerile incoscienza.
Già, perché per poter ricostruire bisogna procedere alla demolizione di tutto ciò che è risultato inutile e dannoso, ad iniziare dagli individui che ai vertici hanno provocato il progressivo declino e tracollo del movimento dal 4 marzo 2018 fino ai giorni nostri.
Una farsa ridicola che prevede che Giuseppe Conte proponga il progetto di ricostruzione e sia approvato proprio da coloro (NdR: Grillo, Di Maio, Crimi…) che sono i responsabili dell’inglorioso smarrimento del M5S.
Infatti se dall’essere primo partito alle politiche 2018, con l’esaltante 32,7%, dopo 3 anni il movimento si ritrova ad essere quarto partito con un consenso, secondo i sondaggi, del 14/15% la colpa non è certo di sporadici infortuni di percorso.
Per questo nel suo progetto di ricostruzione l’avvocato Conte non potrebbe fare a meno di puntare il dito contro la stessa ideologia fondativa del M5S, la gestione monocratica, pronta ad espellere ogni voce critica, il tradimento degli impegni assunti con gli elettori, l’incapacità e l’incompetenza di chi si è arrogata la guida politica, il pressapochismo di molte scelte, il narcisismo di alcuni protagonisti, etc.
Il risultato ?
Se affronterà il progetto con serena e fredda obiettività e lo proporrà al summit pentastellato l’unico a rimetterci le penne sarà proprio il prof Conte il cui harakiri politico sarà, a quel punto, risolutivo.