Lunedì 21 novembre, Donald Trump si è rivolto agli americani, in un video di oltre due minuti diffuso tramite i social media, riassumendo i primi provvedimenti del suo mandato presidenziale, focalizzati sui temi della creazione di posti di lavoro, rinegoziazione dei trattati commerciali, fine delle restrizioni in materia di energia.

Con quanto detto, Trump sembra aver dimenticato le promesse bellicose nei confronti di migranti, musulmani e messicani. Le sue preoccupazioni da presidente adesso sembrano essere meno populiste e più concrete rispetto a quelle espresse da candidato presidente.

Adesso, in base ha quanto ha affermato ieri, le sue priorità sono produrre acciaio, costruire macchine, curare malattie... non nel senso che questo sarà esattamente il suo programma economico, ma nel senso che qualunque cosa sia utile all'America, quelli precedenti valgono pertanto come esempi, questa sarà fatta in America e per gli americani.

Niente muri e niente deportazioni sono stati promessi nel video, e non sono neppure state promesse le revisioni dei programmi di Obama a supporto dei migranti, a parte una generica indagine su abusi commessi nella concessione dei visti d'ingresso.

Anche sui rapporti internazionali, Trump non ha fatto dichiarazioni di sorta e, dal punto di vista della sicurezza, ha genericamente ricordato la necessità di salvaguardare le infrastrutture del paese da qualsiasi tipo di attacco, anche informatico.

Insomma, un Trump molto diverso da quello che gli americani del midwest hanno votato. Una volta eletto, Trump sembra aver dimenticato gli argomenti della pancia, che gli hanno permesso di vincere, facendo ricorso a quelli, meno diretti e più ipocriti, della solita politica.

Il video di Trump è stato analizzato anche in base a come sarà gestita in futuro la comunicazione da parte del nuovo presidente. Molti ipotizzano che il rapporto con i media sarà aggirato dall'utilizzo dei social, con cui Trump si rivolgerà direttamente ai propri amministrati.

Ma se la politica di Trump non dovesse mantenere le promesse che hanno entusiasmato persino il KKK, probabilmente anche giornali e tv torneranno ad essere i mezzi principali cui il neo presidente farà ricorso per parlare alla nazione.

Infine, anche la scelta della squadra di governo, con la possibilità che Mitt Romney - il suo più acceso nemico durante le primarie repubblicane - diventi segretario di Stato, sembra far ritenere che Trump sarà molto più moderato e molto più "politico" rispetto alle sue dichiarazioni tranchant che hanno caratterizzato la sua campagna. Questo non piacerà ai suoi elettori? Mancano ancora quattro anni alle prossime elezioni.