L’arte nell’epoca della sostenibilità ambientale Uno dei binomi fortemente presente nella storia dell’arte universale è quello tra Uomo e Natura. Dai primi graffiti degli uomini primitivi ai murales degli street artists contemporanei, l’arte si è sempre interrogata su quale fosse il proprio rapporto con la Natura. Nel corso dei secoli l’artista ha trovato sempre nuove fonti di ispirazione dall’ambiente in cui era immerso. La natura è stata oggetto di osservazione, è stata modello da imitare, è stata limite da superare.

Ad un certo punto, cambiando lo scenario, è cambiato anche l’atteggiamento dell’artista: ed è allora che l’arte inizia ad interessarsi della sorte dell’ambiente e della funzione che può avere nell’intervenire sul processo degenerativo ambientale e territoriale. Il primo embrione di coscienza ambientale è frutto dell’epoca moderna: conseguenza della Rivoluzione Industriale è l’esigenza di creare spazi urbani dove la gente possa passeggiare nel verde. Ma per vedere i primi intrecci tra arti visive ed ecologia dobbiamo aspettare la fine degli anni ’60 del Novecento, quando matura una vera e propria forma di coscienza ecologica tra gli artisti. In seguito alla diffusione di idee di salvaguardia dell’ambiente in campo scientifico e politico, alcuni artisti concepiscono nei confronti della natura un pensiero non tradizionale.

Il patto mimetico che legava l’arte alla natura era andato in frantumi: il legame poteva essere recuperato non più riproducendola ma solo operando all’interno di essa. Nel 1968 in America si inaugura la mostra Earthworks che apre la storia della Land Art. Nella Land Art gli artisti non sono più interessati a riprodurre la natura con mezzi illusivi ma vogliono operare direttamente nell’ambiente naturale. Gli Earthworks sono collocati in luoghi remoti e inaccessibili e l’unico modo per documentare gli interventi degli artisti è quello di usare la fotografia. Non sempre questi interventi sono motivati da intenzioni ecologiste ma molti di essi vengono preceduti da valutazione circa l’impatto ambientale.

Altri addirittura vanno a migliorare esteticamente il luogo nei quali sorgono. Come la Spiral Jetty di Robert Smithson realizzata nel 1970 nel Great Salt Lake, Utah. Il Grande Lago Salato aveva sopportato un tentativo di estrazione petrolifera che non era andato in porto; il risultato era stato devastante per l’ambiente. Spiral Jetty rende il luogo esteticamente migliore, nel rispetto della sua topografia.

Oggi l’arte ha una duplice responsabilità: da una parte denunciare gli scempi compiuti sull’ambiente e dall’altra invertire la rotta e realizzare opere che abbiano un ridotto o nessun impatto ambientale. In Italia Arte Sella rappresenta un’esperienza a 360 gradi: nata nel 1986, è il luogo dove arte, musica, danza e altre espressioni della creatività umana si fondono, dando vita ad un dialogo unico tra l'ingegno dell’uomo e il mondo naturale.