Le squadre di soccorso che perlustrano le case e i veicoli ridotti in cenere dalle fiamme nell'isola di Maui, nelle Hawaii, potrebbero trovare ogni giorno dalle 10 alle 20 vittime.

Lo ha dichiarato oggi il governatore dello Stato, Josh Green, dopo che domenica il numero dei morti era salito a 96, rendendo il disastro naturale come il più mortale tra quelli registrati in più di un secolo negli Stati Uniti.

I cani molecolari stanno setacciando le case distrutte dalle fiamme, ma tali ricerche sono ancora lontane dal potersi definire concluse. Secondo le autorità locali potrebbero esser necessari altri 10 giorni per conoscere il numero esatto delle vittime.

Gli incendi scoppiati sull'isola di Maui sono stati alimentati da forti venti forti e da una grave siccità.

La città storica di Lahaina, un tempo capitale del regno hawaiano e frequentatissima meta turistica, è stata rasa al suolo dalle fiamme. Migliaia di persone sono state evacuate e molte sono rimaste senza elettricità e acqua potabile.

Il governatore ha dichiarato lo stato di emergenza e ha chiesto l'aiuto federale per affrontare la crisi. Inoltre, ha anche ringraziato i soccorritori e i volontari per il loro coraggio e la loro dedizione.

"Questo è un momento difficile per tutti noi, ma dobbiamo restare uniti e solidali”, ha detto. “Le Hawaii sono una comunità forte e resiliente e insieme ce la faremo insieme".

Green ha affermato che il numero dei dispersi è adesso di circa 1.300 (rispetto a quello iniziale di 2mila, poiché molte persone sono state in grado di poter nuovamente comunicare con i parenti dopo che l'accesso al servizio di telefonia mobile è stato progressivamente rispristinato. Ovviamente, ciò non significa che il numero delle vittime corrisponda al numero dei dispersi, ma è però probabile che tale numero possa comunque aumentare significativamente rispetto a quello odierno.

Il locale capo della polizia ha invitato le persone che hanno denunciato dei familiari scomparsi a inviare campioni di DNA per aiutare il processo di identificazione dei resti finora recuperati.

Nonostante le fiamme dell'incendio che ha interessato Lahaina non siano ancora state completamente domate, durante lo scorso fine settimana è già stata intentata la prima causa collettiva nei confronti della maggiore azienda che distribuisce la corrente elettrica nell'arcipelago, la Hawaii Electric, per non aver preso le contromisure necessarie per evitare di poter alimentare le fiamme, nonostante in precedenza fosse stata comunicata un'allerta di rischio incendi dal National Weather Service.