Il mare mi vede molto presto la mattina, sono le uniche ore di sole delle quali posso godere davvero: quelle oblique. La chemio e il cortisone mi impediscono di espormi al sole. E sia! Me lo godo lo stesso molto! Verso le nove e trenta, ora che il sole mi invita a lasciare la spiaggia, i miei occhi non smettono di guardarsi intorno: spiaggia ancora deserta, mare calmo bellissimo, silenzio interrotto da una lenta e mansueta risacca, aria limpida, così limpida che l’isola del Giglio, Giannutri e il Monte Argentario stanno lì a mostrarsi nella loro bellezza sull’orizzonte tra cielo e mare. Una domanda è scappata fuori… perché devo andare via, possibile che tutto questo mi faccia male? Si, possibile e certo.

Quest’aria così bella, limpida e fresca, permeata di sole farebbe molto male alla mia pelle troppo sensibile. Non vedo ad occhio nudo il pericolo, non posso toccarlo e in alcuni momenti mi sembra anche un po' esagerato, incredibile, che un sole così bello possa essere, per me, dannoso. Eppure è così. Chi ne sa più di me, medici e dermatologi oncologi, mi ha informata spiegandomi bene la reazione della mia pelle (con le medicine che sono dentro di me) all’esposizione solare. Non posso vedere cosa succederebbe se… ma la loro professionalità e la loro esperienza non lasciano spazi a leggerezze.

Ma perché vi racconto questa storia?

L’analogia con i cambiamenti climatici è stata immediata. Non li vediamo, non li possiamo toccare, non ne abbiamo percezione reale. Eppure siamo vicini a un punto di non ritorno. Ma cosa significa punto di non ritorno? Gli eventi naturali che capiteranno in un prossimo futuro saranno tali e tanti da non poter più provare a governarli, ne patiremo e ne saremo vittime. Eppure non ce ne rendiamo conto. Non facciamo nulla di veramente importante, se non per invertire la rotta, per fermare il fenomeno.

Gli esperti, gli scienziati, gli studiosi stanno, da anni, cercando di avvisare… spiegando, raccontando cosa siamo stati capaci di determinare in centocinquant’anni di evoluzione industriale, scientifica… Per la terra centocinquant’anni sono un nulla ma quello che prima succedeva in milioni di anni ora avviene in questo tempo: come un’esplosione! La nostra modernità priva di scrupoli continua a indurci a non valutare le conseguenze dei nostri comportamenti. Troppi interessi economici: era il 1972 e Battisti cantava Confusione… “Non usare l’oro nero! Se tu credi che il carbone bruci meglio, è un abbaglio, è petrolio…” E noi non capiamo niente, fermi immobili nella nostra sgangherata modernità. Capiamo solo quello che vediamo e possiamo toccare, e siamo convinti che la nostra terra abbia risorse naturali infinite. Ma non è così.

Parliamo tutti del gran caldo di questo periodo ma quando precipita un ghiacciaio non riusciamo a credere veramente che ci sia una relazione. Avete mai pensato che il ghiacciaio è l’origine dell’acqua, della vita? Che facciamo se si blocca l’origine? O quando un acquazzone precipita a terra l’acqua che non è piovuta negli ultimi cinque mesi contiamo i danni, le colture distrutte ma nessuna relazione con i cambiamenti climatici. La relazione la evidenziano gli scienziati, gli esperti, gli studiosi ma chi ci crede a quelli, avranno degli interessi per dire quello che dicono, per terrorizzare.

Io ci credo, come ho creduto e credo agli esperti, ai professionisti che mi tengono viva e in buona salute. E ci credereste anche voi se si trattasse della vostra vita. Perché non crediamo anche a loro? Si tratta della nostra vita, proprio della nostra vita! Che terra lasceremo ai nostri nipoti? Che frase fatta. Ma racchiude in sé tutta la verità. L’epoca dei cambiamenti più significativi è la nostra ma noi diciamo boh! Il petrolio ha portato fuori dalla povertà, ha portato benessere, il problema è essere precipitati nel consumo eccessivo, nello spreco, nel cambio di paradigma: conservo e aggiusto – uso, getto e ricompro.

Qualunque cosa facciamo, pensiamo, creiamo diventa spazzatura da bruciare come altro combustibile: la terra e l’atmosfera le nostre più grandi pattumiere. La mia bis nonna Melina è nata nel 1878, da pochi anni si estraeva per la prima volta il petrolio e qualche anno dopo è stato inventato il motore a scoppio… Pensate, solo due nonne sono bastate per tentare di distruggere il pianeta. Ho detto tentare perché spero ancora che proveremo a salvarlo.

Tarquinia, 2 agosto 2022