Ieri, a distanza, si sono "parlati" Matteo Renzi, in veste di segretario del Partito Democratico, e il Presidente Nazionale dell'ANPI, Carlo Smuraglia, in merito alla polemica nata sulla presenza di banchetti dell'Associazione Nazionale Partigiani alle feste de l'Unità e alla possibilità di esprimere, in quel contesto, la posizione dell'ANPI sul prossimo referendum confermativo della riforma costituzionale.

Questo è quanto ha dichiarato Carlo Smuraglia in una intervista rilasciata a Giovanna Casadio per il quotidiano la Repubblica.

"Ai tempi di Togliatti o Berlinguer questo non sarebbe accaduto perché la Festa dell'Unità è sempre stata, tradizionalmente, una festa di tutti". Carlo Smuraglia non vorrebbe alzare altri polveroni. Ce n'è già abbastanza. Classe 1923, partigiano combattente, avvocato del lavoro, Smuraglia è il presidente nazionale dell'Anpi, l'associazione dei partigiani che è contraria alla riforma costituzionale di Renzi. L'Anpi non è stata invitata alle Feste dell'Unità o, se chiamata a partecipare, non deve parlare del No.

Smuraglia, forse lo scontro si sta ridimensionando, ci sono trattative in corso?
"Non mi risulta nessuna trattativa. Non c'è stato nessun invito formale. In passato nelle Feste dell'Unità veniva dato uno spazio alle locali sezioni dell'Anpi, in cui ovviamente l'Anpi fa quello che vuole".

Si è sentito tradito dal Pd?
"Non è una questione di tradimento. Ma è un errore materiale. L'Anpi ha una sua dignità e autorevolezza. Non può andare in un luogo in cui si pongano limiti alla manifestazione delle proprie opinioni. Se invito qualcuno a cena, non gli dico di chi deve parlare bene e di chi male. Lo lascio libero di esprimersi".

I Democratici però ritengono quella costituzionale la madre di tutte le riforme. Non trova normale che blindino la loro battaglia?
"Tradizionalmente la Festa dell'Unità è una festa di tutti. Non si possono porre dei limiti. Tranne quello di non ammettere i fascisti. Con noi è normale un rapporto franco e ragionevole".

Quindi l'Anpi non andrà a nessuna Festa?
"Non c'è una direttiva nazionale. Deciderà ogni sezione localmente. Se però chiedono il mio parere, ebbene io non andrei per rispetto di se stessi. Non vado in un posto dove non posso esprimere liberamente le mie idee".

In altri tempi non sarebbe successo, secondo lei, nonostante il centralismo del Pci, l'espulsione dei dissidenti?
" Ai tempi di Togliatti e Berlinguer si andava alle feste dell'Unità perché si incontravano gli amici e si scambiavano le idee. Quest'anno si è cominciato a dire che era la festa del Sì, quindi con una forte contrapposizione. Tuttavia non è inimicizia la nostra: è una divergenza su un punto specifico che poteva essere risolto con ragionevolezza".

Come poteva essere risolto?
"Semplicemente dicendoci: "Venite e dite pure quello che vi pare". Potevano immaginare che l'Anpi non sarebbe andata a fare sfoggio delle proprie idee in casa di chi la pensa diversamente, ma a sostenerle con il garbo e il rispetto che ci è abituale".

L'Anpi ha rimosso il coordinatore emiliano Artioli perché a favore del Sì?
"Assolutamente no, si è trattato di un normale avvicendamento. Con il congresso di metà maggio sono decadute tutte le cariche per statuto, anche la mia. Ci sono state riconferme e avvicendamenti".

Anche voi siete divisi sul referendum?
"Ci sono dissensi, ma il No è a stragrande maggioranza".

È l'ennesima incomprensione tra l'Anpi e il Pd di Renzi?
"Boschi commise un errore con quelle frasi sui partigiani, il No e Casapound. La storia e la memoria vanno coltivate perché un Paese che perde questo è destinato a decadere".

Nel pomeriggio di ieri, in un'intervista al Cafè della Versiliana, trattando di vari argomenti, Matteo Renzi aveva rilasciato questa dichiarazione in merito al contrasto nato tra PD e ANPI: «Invito il presidente dell'Anpi Carlo Smuraglia ad una delle Festa dell'Unità in Emilia-Romagna la prossima settimana per discutere con me di referendum. Io dirò come la penso e lui dirà come la pensa, e poi ci daremo un abbraccio».

Stamani, è stata pubblicata dall'Ufficio Stampa ANPI Nazionale una nota con la risposta di Smuraglia all'invito di Renzi.

Il Presidente Nazionale dell'ANPI, Carlo Smuraglia, rientrerà in Italia nei prossimi giorni ed esaminerà, con la Segreteria Nazionale, l'intera situazione venutasi a creare recentemente. Va rilevato, peraltro, che il tema della discussione, ossia le modalità della presenza dell'ANPI nei consueti spazi delle Feste dell'Unità, non è stato ancora seriamente affrontato e risolto. L'ipotizzato confronto, a livello nazionale, del tutto anomalo per la sede parziale, per gli interlocutori e per le modalità non definite, non è certamente la soluzione del problema di fondo e verrà comunque valutato nella sua sostanza.

La diatriba, quindi, non è risolta. Rimaniamo in attesa dei prossimi sviluppi.