«Sulle notizie che arrivano da Caserta ci auguriamo che si faccia chiarezza al più presto, che si possano rapidamente chiudere le indagini e definire la posizione di chi è coinvolto. Nel frattempo, totale e incondizionata fiducia nel lavoro della magistratura».

Questo è quanto  ha dichiarato - come riportato da l'Unità - Lorenzo Guerini, vicesegretario del Partito Democratico, in merito all'indagine che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati con l'accusa di concorso esterno in associazione camorristica Stefano Graziano, presidente del PD Campania.

L'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e condotta da Carabinieri e Guardia di Finanza ha preso il via dall'appalto per i lavori di consolidamento di un monumento storico di Santa Maria Capua Vetere, Palazzo Teti Maffuccini, che ospitò nel 1860 Giuseppe Garibaldi e dove il 2 novembre fu sottoscritta la resa di Capua.

Confiscato quasi una ventina di anni fa a Nicola di Muro, già vicesindaco di Santa Maria Capua Vetere, il palazzo è stato restituito dopo molti anni al Comune perché lo restaurasse. La gara di appalto per i lavori, secondo la Procura, è stata condizionata dalla camorra.

Da qui una serie di arresti, 9 persone in tutto, per associazione a delinquere, corruzione , irregolarità nelle gare di appalto. Tra gli arrestati anche Biagio Di Muro, ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere e figlio di Nicola Di Muro e Alessandro Zagaria, imprenditore accusato di far parte della  camorra.

In una serie di colloqui tra Zagaria e Biagio Di Muro si farebbe riferimento all’appoggio elettorale che occorreva garantire a Stefano Graziano che, a sua volta, si sarebbe attivato per finanziare i lavori di Palazzo Teti Maffuccini, anche se tale circostanza - al momento - non sarebbe stata ritenuta illecita dagli inquirenti.

Gli investigatori hanno perquisito le  abitazioni di Stefano Graziano e gli uffici presso il Consiglio Regionale della Campania.