Dopo ESOF2020, Trieste Città Europea della scienza, ripartono le iniziative di informazione di Borghi d’Europa e del progetto L’Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica).
L’AltroFriuli, Terra di Storia e di Storie si prefigge di far conoscere il Friuli Venezia Giulia in nuovi contesti europei. A lla penna di Gianluigi Pagano, direttore della rivista ND Natura Docet, è affidato il primo viaggio del gusto.
Il Collio è una terra al confine fra Italia e Slovenia, tra i monti Corada e Sabotino, dai dolci pendii, in cui si producono alcuni fra i vini più straordinari del Paese (oltre che gustosissime ciliegie).
Già nel ‘500 il patrizio veneziano (ma di origini friulane) Giorgio Gradenigo così descrive il Collio: ”Se piegate il volto poi un poco verso oriente, vi si fa innanzi il paese che si chiama Colli, cioè un numero infinito di monticelli colti, che posti l’un dietro l’altro nelle lor cime pajono onde di mare che si muovono piacevolmente…”
In questa zona, benedetta da Bacco, a Prepotto, sulla strada che da Cormons giunge a Cividale, durante un educational tour, ho visitato l’Azienda Agricola Valerio Marinig.
Produce un’ampia gamma di vini, Bianchi, Rossi (sì, nonostante il Friuli sia più conosciuto come zona da vino bianco, produce anche ottimi vini rossi, generosi e pieni di personalità) e "da meditazione".
Ne ho assaggiato un certo numero (cercando di non eccedere, perché tanto ormai sapevo dove rivolgermi per futuri assaggi o acquisti!).
Ho volutamente evitato i più pregiati come Verduzzo Friulano e Picolit per concentrarmi su vini che conoscevo meno.
Quello che mi ha impressionato è stato un Friulano del 2012, un vino il cui unico difetto era il nome banale, non potendosi più chiamare Tocai Friulano per beghe legali con l’Ungheria, preoccupata che qualcuno potesse confondere il loro Tokaij con questo.
Bisogna veramente aver bevuto molti calici per non sentire la differenza! Comunque à la guerre comme à la guerre….
Il colore del vino assaggiato era giallo paglierino con sfumature verdognole; il profumo fine e caratterizzato da tipici sentori di fiori di mandorlo e di mandorla amara. Al palato risultava morbido e dotato di ottima struttura, con buon equilibrio tra freschezza, sapidità e componente alcolica e con una piacevole persistenza. Insomma un vino che, senza vantare particolari riconoscimenti, era pregevolissimo e reclamava un abbinamento con pesce o crostacei, ma anche con il corregionale Prosciutto san Daniele.
Un altro prodotto che mi ha impressionato è stato lo Schioppettino di Prepotto, un vino rosso, così chiamato per il suono scoppiettante che emettono i suoi acini quando sono schiacciati. Con questo si smentiva definitivamente l’immagine stereotipa del Friuli come terra solo di bianchi! E’ vero che questi sono i più conosciuti, ma questo vino o altri Refosco che ho assaggiato facevano definitivamente cadere questa immagine limitativa.
Questo Schioppettino (del 2010) si presentava di colore rosso violaceo, con un profumo fresco di frutti di bosco. Di buon corpo e con uno spiccato gusto di spezie, con una sfumatura fruttata di lampone, mora selvatica, mirtillo e ciliegia. Buona struttura e l’equilibrio tra tannini e vivace freschezza. Insomma ho scoperto un rosso particolare e interessante, ottimo in abbinamento con carni rosse, carni allo spiedo, secondi con funghi, selvaggina e formaggi a media stagionatura.
Gianluigi Pagano