Bene, il 25 aprile è passato e magari ora si potrà cominciare a parlare di altro.  Arriva il 1° maggio e perché non interrogarci su qualcosa di più concreto? Il dibattito su fascismo e antifascismo va bene, si parla di libertà che è una cosa seria e va celebrata e difesa, ma da chi?

Davvero qualcuno pensa che quel regime possa tornare? Sarebbe come aspettarsi le navi cartaginesi o Annibale che valica le Alpi con gli elefanti; perché non è più quel tempo e non corriamo certo noi certi rischi refrattari alle regole e alle costrizioni e indisciplinati come siamo.

Lasciamo che alcuni si gingillino con slogan e simboli, che tanto non portano a nulla, e domandiamoci invece dove stiamo andando. Abbiamo la destra al governo e non è così chiaro di che destra si tratti. Fatta la tara di rigurgiti di nostalgie ed esternazioni fuori luogo, qual è la sua visione del mondo?  

I suoi riferimenti sono le caricature conservatrici e retrive come i Trump e Bolsonaro e Orban o magari potrebbero essere i Reagan e le Tatcher; così per capire dove si va a parare oltre le incombenze e le strade obbligate della moderna economia.

E la visione del mondo delle opposizioni? Frammentate i tanti circoli ricreativi club e gruppetti ognuno impegnato a cercar qualche bandierina da sventolare per giustificare la propria esistenza in vita mentre si scannano tra di loro.

E intanto il 1° maggio arriva, e il lavoro non è più elemento fondante del paese; il lavoro è un miraggio per troppi e quando arriva spesso è senza dignità. Che si sia dipendenti o autonomi non cambia molto, perché a fronte di retribuzioni inadeguate anche la libera iniziativa il più delle volte non è una scelta ma una via obbligata. E quando la si percorre è ostacolata, una lotta impensabile contro trappole e mannaie di vario genere.

E tutto questo mentre il mondo sta cambiando a velocità fantastica, parole come “redistribuzione” sono scomparse, e pare che nessuno abbia la capacità non dico di governare il cambiamento, ma neanche di preoccuparsene. E tra qualche giorno tutti in piazza e festeggeremo la “festa del lavoro… mah!!!