“Non condivido l’innalzamento del limite dell'uso del contante a diecimila euro. È una misura che non va in direzione della lotta alle mafie e al riciclaggio”.

L’ha affermato il criminologo Vincenzo Musacchio su Rai News intervistato dal giornalista Pierluigi Mele.

“Mi preoccupa non poco l’innalzamento del limite all'uso di contanti da mille a diecimila euro. Una misura, quest’ultima, molto pericolosa che favorirebbe evasione fiscale, usura e riciclaggio”. “Dobbiamo capire - ha aggiunto Musacchio - che più sarà possibile tracciare i soldi e più difficile sarà per le mafie ripulire il proprio denaro sporco. I Governi hanno le loro responsabilità nel mettere in pratica la lotta alle mafie e quindi un simile provvedimento - a mio parere - non va nella direzione di un’efficace lotta alla criminalità organizzata. Per dimostrare l’inopportunità di un simile provvedimento basti pensare ai contanti che ogni giorno passano nelle mani degli spacciatori di sostanze stupefacenti. Ridurre o eliminare il contante è un modo efficace per diminuire drasticamente molti dei reati spia commessi dalle mafie. Purtroppo nessuno ha il coraggio di farlo. Non ci vuole molto a comprendere che il denaro contante sia uno strumento utile a chi delinque perché non è "tracciabile. Chi è onesto non ha nulla da nascondere. Chi ha necessità di nascondere e ripulire il denaro sporco è certamente il mafioso, il corrotto, l’usuraio, l’estorsore, il caporale che sfrutta il lavoro nero, chi evade le tasse, chi paga in nero e sfrutta i lavoratori. I delinquenti amano il contante e questo mi sembra un fatto difficilmente confutabile”.



Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista e associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra.