In un contesto europeo caratterizzato da una crescita significativa del Pil nel primo trimestre, l'economia italiana presenta segnali positivi associati al miglioramento della produzione industriale, al consolidamento dell'occupazione permanente, alla riduzione della disoccupazione e alla crescita del potere di acquisto delle famiglie.

Questa l'apertura della nota mensile sull'andamento dell'economia per Aprile 2016 pubblicata questa mattina dall'Istat.

La stessa nota però chiude con una previsione non certo confortante, ricordando che a febbraio l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha segnato una  battuta d’arresto, suggerendo un rallentamento nel ritmo di crescita dell’attività economica nel breve termine.

In mezzo le analisi sul quadro internazionale e quello sulla congiuntura italiana.

Per quanto riguarda l'economia internazionale, si segnala una stabilizzazione dell'economia cinese dopo gli interventi di stimolo agli investimenti, mentre quella statunitense continua a decrescere sia per un rallentamento della domanda mondiale sia per un rallentamento di quella interna, anche se, finora, questo non ha avuto conseguenze evidenti sul mercato del lavoro.
Per quanto riguardo l'area euro, si registrano segnali incoraggianti con l'inflazione, però, che continua a registrare un segno meno, dato che, comunque, contribuisce a supportare i lpotere di acquisto delle famiglie.

Venendo all'Italia, il quadro dell'andamento dell'import/export delle imprese è sostanzialmente stabile con un calo accentuato solo per l'import da paesi extra UE, dovuto essenzialmente alle oscillazioni dell'andamento dei prodotti legati al petrolio. Anche il clima di fiducia delle imprese è stabile con un miglioramento solo di quello relativo alle costruzioni.

Sul fronte famiglie si registrano segnali positivi per quanto riguarda le vendite al dettaglio, l'aumento di accesso al credito ed il numero di occupati con l'unica nota negativa di una diminuzione nella fiducia con giudizi pessimistici sul futuro dell'economia.

Per quanto riguarda i prezzi, continua la variazione negativa sia per l'indice dei prezzi al consumo che per quello dei prezzi alla produzione.