Dopo le varie modifiche "in corso d'opera", il decreto sicurezza bis, nella penultima stesura prevedeva sanzioni fino a 50mila euro per le navi che avessero soccorso migranti violando norme e istruzioni delle autorità responsabili dell'area in cui avesse avuto luogo l'operazione di soccorso.

Nell'ultima stesura, sempre in base a quanto riportano le agenzie, rimangono le sanzioni che partono da 10mila euro, ma adesso vengono però limitate a chi violi il divieto di ingresso nelle acque italiane.

Ma a ben vedere, anche questa formulazione non rispecchia né la logica e neppure il diritto internazionale.

Se una Ong salvasse dei naufraghi in fuga dalla Libia, in acque internazionali, anche in una zona Sar gestita (teoricamente) dalla Libia, dovrebbe poi riconsegnarli alla Guardia Costiera libica? La Libia è un Paese dove è in atto una guerra civile e che l'Onu ha definito non in grado di offrire un porto sicuro.

Pertanto, in base alle norme del diritto internazionale riconosciute dall'Italia, se una nave dovesse trarre a bordo dei migranti, questa ha il diritto di dirigersi verso il primo porto sicuro disponibile. Perché dovrebbe essere respinta o dovrebbe attendere un permesso dal Viminale? Oltretutto, se la Costituzione italiana vale ancora qualcosa, come farebbe il Viminale a stabilire che i migranti a bordo non siano rifugiati e non abbiano il diritto di essere accolti, se prima non vengono sbarcati ed identificati?

L'idea di multare chi cerchi di salvare delle persone in mare, probabilmente, non limiterebbe tanto le attività delle Ong, quanto quelle delle navi commerciali che, nel caso si trovassero nella condizione di dover trarre a bordo dei naufraghi, si guarderanno bene dal farlo per evitare di finire vittime dell'ennesimo contenzioso che potrebbe causar loro il pagamento di multe che andrebbero pure al di là della loro disponibilità... basti pensare ai pescherecci.

Non solo. Questa legge finirebbe pure per discriminare le persone soccorse in mare. L'emiro arabo su una scialuppa di salvataggio dopo l'affondamento della sua nave da 75 metri verrebbe tratto in salvo e sbarcato in Italia con tutti gli onori nel più breve tempo possibile, con la medaglia per l'equipaggio della nave che lo avesse tratto in salvo. Invece, il migrante  dovrebbe affogare o dovrebbe tornare in un lager libico oppure, nel caso venga salvato, chi lo ha fatto invece di essere premiato dovrebbe essere punito! E questo rispetterebbe il diritto internazionale e la Costituzione?


Intanto Salvini, che queste domande non sembra neppure essersele poste, adesso invoca un nuovo CdM per l'approvazione del decreto sicurezza bis, nella formulazione sopra indicata, dichiarando che "sarebbe un peccato perdere tempo... Io sono pronto, mi aspetto la convocazione del Consiglio dei ministri".

E quanto detto al programma "Mattino 5", riportato in precedenza, Salvini lo ha ribadito a La7 da Myrta Merlino, corredando il "concetto" con il ricorso alla solita propaganda ormai trita e ritrita: "Con il decreto sicurezza bis voglio dare un ulteriore colpo al business dell'immigrazione clandestina. La mangiatoia è finita. Indietro non si torna".

In ogni caso, se i 5 Stelle non otterranno il via libera al decreto famiglia, fermato per mancanza di coperture, è improbabile che venga convocato un nuovo CdM prima del voto per le elezioni europee, in modo da consegnare al solo Salvini un nuovo "trofeo" da smerciare nelle ultime ore di campagna elettorale.