Curioso destino quello di MPS. Per Siena e "provincia" ha costituito il perno per lo sviluppo di quell'area, non certo al centro del mondo... turismo a parte. Per decenni ha operato in sinergia con i partiti che di volta in volta rappresentavano la sinistra sistemando, quando vi era necessità, non solo i problemi locali, ma anche quelli nazionali. Primo esempio l'acquisizione di Banca 121, secondo esempio l'acquisizione di Antonveneta. Quest'ultima è l'operazione, prima che folle, addirittura incomprensibile da cui sono iniziate le disgrazie per l'istituto bancario senese.
L'ultima operazione di salvataggio di MPS prevedeva che lo Stato facesse da pontiere ad una vendita a privati della Banca, nel caso questa non potesse ritornare a camminare con le proprie gambe. Così sta avvenendo e Unicredit si è fatta avanti per l'acquisizione. Ma c'è un problema. anzi due. Il primo è rappresentato dalla tutela dei posti di lavoro che con il passaggio di proprietà non sarebbero garantiti per almeno un terzo dei dipendenti, l'altro è rappresentato dal territorio, da Siena e provincia, che finirebbe per perdere definitivamente quelle poche tutele ancora garantite dalla presenza di MPS.
Nelle ultime ore, il sindaco di Siena Luigi De Mossi ha iniziato a farsi sentire dichiarando che la città non sarà "supina di fronte a qualsiasi decisione" sul destino della banca:
"Gli uomini Monte hanno fatto grande questa città e hanno diritto di non essere rottamati" ha aggiunto De Mossi. "La politica ora risponda, visto che ci ha messo mano per molti anni con l'acquisizione di Banca 121 e poi con Antonveneta, adesso ci rimetta mano per ridare dignità e futuro a questa banca. ... No alla macelleria sociale, si dia modo a questa banca, o con una fusione o con una ricapitalizzazione, di poter vivere".
Su come il Governo vorrà intervenire sulla vicenda lo comunicherà domani in audizione alle commissioni Finanze riunite di Camera e Senato il ministro dell'Economia Daniele Franco.
In attesa, possiamo aggiungere che la questione avrà comunque delle immediate ricadute politiche, poiché proprio a Siena, in occasione delle prossime elezioni amministrative di ottobre, si voterà per le elezioni suppletive che dovranno eleggere un nuovo parlamentare alla Camera. Per il Pd si presenterà il segretario Enrico Letta che ha già anticipato che quella elezione sarà anche come una specie di referendum sul suo ruolo alla guida dei dem: nel caso non venisse eletto, Letta ha già anticipato che si farebbe da parte.
Gli estremisti di destra, giustamente da loro punto di vista, hanno già iniziato a "scaldare i muscoli". Questa, sull'argomento, la "letterina" della sorella in capo dei Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, inviata ieri al Corriere:
"Gentile direttore, la probabile acquisizione a prezzi di saldo di Monte dei Paschi di Siena da parte di Unicredit, il cui attuale presidente è lo stesso Pier Carlo Padoan del Pd che da ministro del Tesoro tanto si occupò delle sorti di Mps, è solo l’ennesima conferma del vergognoso modus operandi della sinistra italiana che usa lo Stato per opache manovre finanziarie e per proprio tornaconto politico e personale. Nel 2017 Padoan salvò Mps coi soldi dei contribuenti italiani, operazione costata oltre 5 miliardi, si fece quindi eleggere l’anno successivo parlamentare a Siena, ma per non farsi mancare nulla, ora da presidente di UniCredit è pronto al colpaccio: acquisire la banca senese a condizioni molto vantaggiose, da lui stesso create in qualità di ministro e con la norma DTA inserita nella legge di Bilancio dal suo sodale, l’allora ministro Gualtieri, ora candidato a sindaco di Roma. L’attuale segretario del Pd, Enrico Letta, non vuole restare escluso dal banchetto e annuncia la sua candidatura nel collegio di Siena, proprio mentre le sorti della banca sono di nuovo ostaggio delle decisioni del governo di cui il Pd ha una buona dose di ministri politici e tecnici. I conflitti di interessi tra Pd e finanza sono dannosi per le banche e fatali per i contribuenti come hanno dimostrato le vicende di questi anni. Oggi Unicredit di Padoan acquisisce solo la parte attiva del Monte dei Paschi di Siena mentre le passività e i contenziosi restano al Mef, e cioè a noi cittadini. Crediti deteriorati e debiti ereditati da decenni di gestione clientelare targata Pd vengono per l’ennesima volta scaricati sui cittadini, così come i risarcimenti miliardari per le cause legali, per non parlare dei cosiddetti «esuberi», cioè di migliaia di lavoratori che dovranno abbandonare l’istituto. Passano i governi, ma le ricette del Pd per le crisi bancarie no: privatizzare i profitti e scaricare sui contribuenti le perdite.Stavolta è il capitolo di Unicredit con Mps con un conto per lo Stato di altri potenziali 10 miliardi oltre quelli già corrisposti. Gli speculatori finanziari ringraziano e la mangiatoia della sinistra si allarga. Fratelli d’Italia darà battaglia in ogni sede contro questo scandalo a partire dal Parlamento: chiediamo ancora una volta e con determinazione al governo e al ministro dell’Economia, Daniele Franco, di riferire tempestivamente sul tema in Aula. L’esecutivo ha già incredibilmente respinto questa richiesta avanzata da FdI, dimostrando ancora una volta che per questa maggioranza la democrazia parlamentare vale solo quando si tratta di creare governi nei laboratori del Palazzo, umiliando la volontà dei cittadini. Ma non quando l’esecutivo deve rispondere del suo operato davanti ai rappresentanti del popolo."
E siamo solo agli inizi...