Buonsenso. Il termine, secondo la Treccani, è la capacità naturale, istintiva, di giudicare rettamente, soprattutto in vista delle necessità pratiche. Un termine, il buonsenso, che ricorre spesso tra i leader della destra estremista.

Il leghista Salvini lo ripete in maniera quasi ossessiva, in special modo a condoni, esenzioni, aumenti di retribuzioni e pensioni... in pratica, quando c'è la possibilità per lui e/o per la Lega di intestarsi un qualcosa che ritiene positivo per la sua propaganda, la tal cosa diventa magicamente una cosa di buonsenso.

Nelle scorse ore, Salvini ha definito buonsenso i fondi stanziati alle scuole paritarie, rifinanziamenti che a decorrere dal 2024 faranno sì che le risorse stabili per le scuole paritarie passino da € 556.523.089 a € 666.523.089 con un incremento annuo di 110 milioni di euro, così ripartito:

  • un incremento di 20 milioni di euro per il 2023 e di 40 milioni a decorrere dal 2024 quale contributo aggiuntivo in favore delle scuole dell’infanzia. Si tratta di una “variazione permanente”
  • la stabilizzazione dei 70 milioni di euro a decorrere dal 2024 del contributo previsto per gli alunni con disabilità frequentanti. Anche in uesto caso si tratta di variazione permanente. Per il solo 2023 i 70 milioni erano stati già stanziati.

Per le scuole pubbliche non sono previsti  né finanziamenti, né rifinanziamenti... solo definanziamenti. 

Le scuole paritarie, come è noto a tutti, svolgono un servizio pubblico, soprattutto per la chiesa cattolica, visto che sono quasi esclusivamente scuole private gestite da preti e suore. Come scuole private, chi le frequenta deve pagare rette annue intorno agli 8mila euro. Che cosa le differenzia dalle scuole private? L'essere abilitate a rilasciare titoli di studio aventi lo stesso valore legale delle scuole statali.

"È assolutamente positivo questo ulteriore sforzo del governo che consente a 6.000 scuole dell’infanzia di sopravvivere e ai contribuenti di risparmiare. Infatti, se un allievo costa 7mila euro e le rette pagate dalle famiglie vanno dai 3.000 euro per la scuola dell’infanzia ai 4.500 euro per il liceo, è chiaro che la differenza è coperta dalle scuole che si indebitano e chiudono. Si tratta della chiusura di presìdi di liberà che privano il Paese del pluralismo necessario per avere un sistema scolastico integrato, conditio sine qua non affinché la Scuola diventi il necessario ascensore sociale i danni della chiusura di centinaia di scuole, dall’Infanzia al Liceo, sono evidenti: la scuola statale non può assorbire gli 800mila allievi della scuola paritaria e il Covid l’ha ampiamente chiarito agli scettici irresponsabili dominati dall’ideologia; maggiori costi per i contribuenti, considerato che per gli 800 mila studenti vengono destinati 700 euro di tasse dei cittadini; se questi alunni si riversassero nella scuola statale, ai cittadini andrebbero chiesti 9.300 euro per 800mila alunni (considerato che il costo si colloca sui 10mila euro annui per un allievo che frequenta la scuola statale); una scuola sempre più classista, regionalista e discriminatoria; se la scuola paritaria soffre di mancanza di libertà la scuola statale lamenta mancanza di autonomia; il rischio sempre più alto di monopolio educativo, contrario ai principi della Costituzione".

Questa è la "logica", se si può chiamar tale, con cui Suor Anna Monia Alfieri, altrimenti conosciuta come Suor Nicola Porro, pretende di spacciare come provvedimento di buonsenso l'ennesimo regalo alle scuole di formazione cattolica... a spese delle scuole pubbliche. E per Salvini quanto riassunto da Suor Porro è "buonsenso".


 Buonsenso ricorre spesso anche nelle dichiarazioni di Giorgia Meloni, come accaduto a metà dicembre quando il/la premier si è rivolta all'assemblea di Confesercenti:

"Abbiamo in mente uno Stato alleato delle imprese e dei lavoratori, ma anche uno Stato amico di famiglie e cittadini. Sul pacchetto di norme denominato tregua fiscale. Anche qui, si sono dette e scritte tantissime cose su questa scelta. La verità è molto più semplice di quella che spesso viene raccontata... nessun condono o colpo di spugna, nella manovra ci sono norme di buonsenso, vantaggiose per lo Stato, per le famiglie e per le imprese e sostegno all'economia reale".

A parte la quasi totalità dei soldi assegnata al contenimento dei prezzi del gas, dove sia il sostegno all'economia reale, nessuno lo ha compreso. In compenso, una delle principali norme di buonsenso della "legge di bilancio" è la totale revisione dell'attività venatoria in Italia con l'emendamento Foti (Fratelli d'Italia) che consente ai cacciatori di sparare in città e nei parchi pubblici alla fauna selvatica... in qualsiasi periodo dell'anno e a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Pertanto, dove prima l'attività venatoria era permessa in aree boschive e/o agricole ben definite all'interno dei vari comuni in determinati periodi dell'anno e a determinate ore, adesso per i cacciatori è sufficiente affacciarsi alla finestra  e sparare all'impazzata a ciò che "credono" essere un animale selvatico... 

Il provvedimento, certamente di buonsenso per gente del calibro di Salvini e Meloni, è stato presentato, come detto, dal patriota Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera. Tra i meriti del 62enne deputato piacentino, oltre ad esser stato membro del Fronte della gioventù di missina memoria, quello più recente di essere indagato dalla Procura della sua città con l'accusa di corruzione e traffico di influenze illecite. Per i pm avrebbe ricevuto tremila euro per aiutare un'azienda, sfruttando i suoi rapporti con l'ex assessora comunale e collega di partito Erika Opizzi, anche lei indagata, in una vicenda che lo scorso gennaio ha portato alla custodia cautelare in carcere dell'imprenditore edile Nunzio Susino, dell'imprenditore Maurizio Ridella, del sindaco di Cerignale, Massimo Castelli, e quello di Corte Brugnatella, Mauro Guarnieriì, oltre ai domiciliari  per il sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali.

"Per Foti - scrive la redazione di Bologna di Repubblica - la Procura non ha chiesto all'epoca delle misure cautelari. La sua posizione è limitata a un capo di imputazione. L'imprenditore Susino, per l'accusa, gli avrebbe consegnato 3mila euro "al fine di ottenere il compimento di atti contrari ai doveri d'ufficio" da parte dell'assessora all'Urbanistica Opizzi, per agevolare la stipula, a condizioni favorevoli per il privato", della convenzione per la gestione di un parcheggio. "Ce l'ha in mano lui la Opizzi... La Opizzi gli sta facendo preparare un documento (...) perché lui alla Opizzi le spiega lui cosa ci deve scrivere (...) La Opizzi ce l'ha messa lui lì", dice l'imprenditore intercettato a maggio 2019, come è emerso nei mesi scorsi. Inoltre, "sfruttando la sua relazione di cointeressenza politica esistente" con Opizzi, Foti, per l'accusa, si sarebbe fatto indebitamente promettere da Susino il pagamento di somme di denaro "per se stesso o per il partito Fratelli di Italia, anche quale finanziamento della successiva campagna elettorale" quale prezzo "della propria mediazione illecita" verso la Opizzi e i funzionari comunali, affinché il Comune di Piacenza disponesse il mutamento di destinazione d'uso di alcuni terreni".

Quindi, gli stessi che si scandalizzano per Aboubakar Soumahoro che non è accusato di nulla o per il Qatargate che sta investendo il Parlamento europeo, ritengono normale presentare nelle loro liste elettorali il "possibile" regista di un sistema di corruzione che, in piccolo, non ha nulla da invidiare a quello dell'europarlamento. 

Ma Foti è un politico di qualità e, evidentemente, Fratelli d'Italia non poteva rinunciare al suo fondamentale contributo in questa legislatura, in attesa che la magistratura chiarisse la sua posizione nell'inchiesta in corso, come dimostra l'emendamento anti-cinghiale.

L'ennesima norma di buonsenso dell'esecutivo di destra-centro di Giorgia Meloni.