Quest'oggi, l'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), ha diffuso una nota per comunicare che due migranti sudanesi sono stati uccisi, e altri tre feriti, in una sparatoria avvenuta la scorsa notte a Khums, località ad est di Tripoli,  durante le operazioni di sbarco. I migranti erano stati intercettati in mare e riportati a terra dalla Guardia Costiera libica.

Il personale dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) presente sul posto ha riferito che le autorità locali hanno iniziato a sparare nel momento in cui alcuni migranti, scesi da poco a terra, avevano cercato di darsi alla fuga.I tre migranti feriti sono stati portati in ospedali della zona, mentre la maggior parte dei sopravvissuti all'incidente è stata trasferita in centri di detenzione."Le sofferenze patite dai migranti in Libia sono intollerabili", ha affermato Federico Soda, capo missione OIM in Libia.  "L'utilizzo di una violenza eccessiva ha causato ancora una volta delle morti senza senso, in un contesto caratterizzato da una mancanza di iniziative pratiche volte a cambiare un sistema che spesso non è in grado di assicurare alcun tipo di protezione".L'OIM ribadisce che la Libia non è un porto sicuro e lancia nuovamente un appello all'Unione Europea e alla comunità internazionale affinché si agisca con urgenza per fermare i ritorni in Libia di persone vulnerabili. È necessario mettere in atto uno sistema alternativo che permetta che le persone soccorse o intercettate in mare siano portate in porti sicuri.  È altresì necessario che ci sia una maggiore solidarietà tra gli Stati europei e gli Stati mediterranei che si trovano in prima linea.

A sparare sono stati gli stessi libici che vengono finanziati dall'Europa e dall'Italia per tenere prigionieri, sfruttare e torturare le persone, costrette a regimi di vita non poi così tanto diversi da quelli dei prigionieri dei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale.


Per denunciare quanto sta accadendo, ieri in Piazza San Silvestro a Roma, si è svolta la manifestazione "I sommersi e i salvati", promossa da Luigi Manconi e Roberto Saviano, in cui è stato chiesto lo stop ai finanziamenti alla Guardia costiera libica, la chiusura e l'evacuazione dei centri di detenzione ed il trasferimento dei migranti fuori dalla Libia, insieme alla creazione di corridoi umanitari per garantire alle persone in fuga di trovare protezione senza mettere a repentaglio la loro incolumità.

La manifestazione è stata promossa dopo che giovedì 16 luglio la Camera dei Deputati, per il quarto anno consecutivo, ha approvato il finanziamento della missione italiana in Libia, che prevede in particolare il sostegno economico alla cosiddetta Guardia costiera libica e l’attività di formazione e addestramento dei suoi componenti.

La Guardia costiera libica è quella che, ormai da anni, è parte dell’organizzazione del traffico di esseri umani che passa attraverso la Libia, un corpo militare che non soccorre chi fa naufragio e che riporta i sopravvissuti nei centri di detenzione. 

In pratica, è uno dei principali protagonisti dell’attività criminale che si svolge in Libia e che l’Italia ha deciso di continuare a finanziare. 


Sul tema, non va poi dimenticata l'attività "animalesca" compiuta dalle destre italiane, con l'esaltazione e gli appelli alle politiche di respingimento, a cui si aggiunge l'ulteriore ipocrisia della maggioranza che, oltre a votare un provvedimento assurdo come quello appena approvato, continua a rimandare, per ragioni di opportunità politica e ricerca del consenso, l'abolizione degli astrusi e anticostituzionali decreti sicurezza, aborti della propaganda leghista, parto dell'ex ministro dell'Interno e sponsor di discoteche e bevute fuori orario, Matteo Salvini.