Nelle acque del Mediterraneo la nave Aquarius , gestita in collaborazione da Medici Senza Frontiere e SOS Mediterranée, ha soccorso due gommoni traendo in salvo 209 persone. Purtroppo, sono stati recuperati, da uno dei due gommoni, anche i corpi di 21 donne e di un uomo.

Le vittime giacevano sul fondo dell'imbarcazione in una pozza di carburante ed erano decedute già da alcune ore. Gli altri occupanti non hanno saputo spiegare i motivi e le modalità di quelle morti.

Delle 209 persone tratte a bordo della Acquarius 177 sono di genere maschile e 32 di genere femminile. Due sono le donne incinte e 50 i bambini, di cui 45 non accompagnati. MSF ha assistito i naufraghi fornendo, già a bordo, cure mediche e supporto.

Intanto, a Pozzallo ha attraccato un'altra nave di MSF, la Bourbon Argos, con a bordo 628 persone. Tra queste, 101 erano donne e 13 bambini, di cui uno di soli 7 mesi. I naufraghi sono stati recuperati al largo della Libia davanti a Sabratah, in diverse operazioni di salvataggio.

Oltre ad Aquarius, 77 metri con un equipaggio di 11 persone più personale medico e addetto al salvataggio con  capacità di accoglienza fino a 500 persone, e Bourbon Argos, 68 metri con un equipaggio di 26 persone con la  capacità di soccorrerne fino a 700, la flotta di Medici Senza Frontiere comprende anche la nave Dignity I, 50 metri con un equipaggio di 16 persone compreso il personale medico e capacità di accoglienza fino a 400 persone.

L'attività di soccorso nel Mediterraneo di Medici Senza Frontiere è iniziata  nel 2015. Solo lo scorso anno, nel tratto di mare tra Libia e Italia che continua ad essere la via più utilizzata da migliaia di persone che cercano di raggiungere le coste europee, i morti, tra uomini, donne e bambini, sono stati 2892.