La GIUNTA REGIONALE UMBRA ha deciso: il registro tumori regionale viene tolto all’Università e dato ad una società privata
Come tutto quadra quando c’è di mezzo la Lega!
Non c’è che dire, alla Lega una cosa bisogna ammetterla; dove mettono il loro “zampino” sanno organizzare e gestire una macchina amministrativa perfettamente oliata ed efficiente che giorno per giorno, in qualsiasi posto del Paese, fa passi da gigante per il suo consolidamento gestionale amministrativo.
Se, come dicono, dal punto di vista politico sta perdendo terreno (in effetti le votazioni del 20 e 21 settembre l’hanno dimostrato) da quello amministrativo sa fare bene il suo lavoro e prima o poi raggiungerà il suo scopo; una completa tenuta del potere assoluto!
In questo senso i suoi rappresentanti in Umbria non sono di certo meno efficienti che dalle altre parti d’Italia. E nei Comuni della nostra regione, dove hanno piantato i loro paletti, i risultati della loro egemonia si stanno vedendo chiaramente.
Come chiaramente si stanno vedendo in quel del Consiglio Regionale con la questione del registro regionale tumori: un organo importantissimo che da molto tempo sta monitorando l’andamento delle malattie oncologiche della regione (Sistema di Sorveglianza e Valutazione Oncologica; SISVO) che fino ad ora era stato affidato alla sezione di Sanità pubblica, del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università degli Studi di Perugia.
Una prestigiosa facoltà in una prestigiosa Università riconosciuta a livello europeo per il suo lavoro.
In pratica, tolti tutti orpelli a favore o contro a ciò che è stato fatto e a ciò che si vorrebbero fare, la questione il linea di massima è questa: il registro dei tumori, su proposta della Lega, che con i due assessori e con la Presidente (oltre che FdI e FI ) rappresenta la maggioranza nel Consiglio stesso, viene tolto all’Università di Perugia per affidarlo ad una società regionale (Umbria Digitale, scarl partecipata per il 76,9% dalla regione e per le restanti quote dalle amministrazioni locali umbre, oltre alle varie Arpa, Asl e università).
Già questo comportamento non trova riscontro nella logica delle cose perché, per quanto sia organizzata bene una società privata non è mai a l’altezza di ciò che può offrire, in fatto di ricerca, una Università storica come quella di Perugia.
Forse, dato che il Presidente di Umbria Digitale, nominato da poco come tale, è anche il capo di una azienda privata veneta che lavora nello stesso campo e dato che il nostro assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto (Lega) è proveniente dalla stessa realtà della Lega del Veneto e fu già sottosegretario alla Sanità per il governo gialloverde e quindi presupponendo che conosca bene tutta la situazione, c’è da credere che per questi motivi, dal Consiglio regionale è stata favorita la scelta, come possibile gestione del registro tumori umbro, la società sopra nominata.
Oppure invece è solo una questione di strategia politica per un preciso disegno di consolidamento di partito?!
Giampiero Tamburi (Perugia: Social city)