Allora Gesù mostra loro le ferite del suo corpo e dice: «Guardate le mie mani e i miei piedi – le piaghe –: sono proprio io! Toccatemi» (v. 39). E per convincerli, chiede del cibo e lo mangia sotto i loro sguardi sbalorditi (cfr vv. 41-42). [...]Il secondo verbo è toccare. Invitando i discepoli a toccarlo, per constatare che non è un fantasma – toccatemi! –, Gesù indica a loro e a noi che la relazione con Lui e con i nostri fratelli non può rimanere “a distanza”, non esiste un cristianesimo a distanza, non esiste un cristianesimo soltanto sul piano dello sguardo. L’amore chiede il guardare e chiede anche la vicinanza, chiede il contatto, la condivisione della vita. Il buon samaritano non si è limitato a guardare quell’uomo che ha trovato mezzo morto lungo la strada: si è fermato, si è chinato, gli ha medicato le ferite, lo ha toccato, lo ha caricato sulla sua cavalcatura e l’ha portato alla locanda. E così con Gesù stesso: amarlo significa entrare in una comunione di vita, una comunione con Lui.
Con queste parole il Papa ha introdotto l'appuntamento al Regina Coeli di questa domenica. Sono molto significative nel far capire che il cristianesimo, da parte di chi dice di rappresentarlo, deve essere inteso non solo come forma estetica, ad esempio sbaciucchiando rosari o invocando cuori immacolati, ma anche come sostanza, di cui la parabola del buon samaritano costituisce un ottimo esempio.
Eppure certi difensori del cristianesimo non lo vogliono capire o fanno finta di non capirlo, promuovendo come iniziative dovute l'aver impedito i salvataggi in mare di persone bisognose di assistenza o l'aver negato loro assistenza una volta salvate, arrivando persino a sequestrarle... secondo quanto sostiene la Procura di Palermo e il Giudice dell'udienza preliminare, che ha deciso di mandare a processo Matteo Salvini proprio per questo reato.
Bisogna esserne soddisfatti? E perché? Non sarà certo il processo a far diventare Salvini un vero cristiano. Finora ha usato la propaganda non per fare politica, ma solo per per promuovere se stesso... Fra gli argomenti più spesso utilizzati l'assurdità che i mali d'Italia sono causati dai migranti, che impropriamente definisce clandestini scaricati nel nostro paese.
È probabile che Salvini non creda davvero alle responsabilità dei migranti, ma ha pensato che si trattava di un tema efficace, atto a soddisfare la pancia degli italiani, ed ha deciso di usarlo, probabilmente consigliato in tal senso dal suo spin doctor Luca Morisi.
Adesso, però, è accaduto l'impensabile e incredibilmente i migranti, anzi i clandestini, utilizzati come stracci da buttare per far crescere il consenso, sono diventati la sua spada di Damocle.
Naturalmente, Salvini cercherà di sfruttare anche questa "disavventura" a suo vantaggio, magari rivestendo il ruolo della vittima, con la complicità della schiera dei soliti noti che poi passeranno all'incasso per aver mostrato il loro plauso.
Pertanto, chiunque avesse pensato che il rinvio a giudizio avrebbe indotto Salvini a prendere coscienza dello sbaglio, in realtà reato, commesso, dovrà ricredersi. E per avere conferma di come il nostro agisca senza tanti scrupoli, basta vedere come abbia coinvolto nel parodiare il ruolo di vittima persino sua figlia, una bambina!
A questo punto è inevitabile chiedersi come sia possibile che esistano persone disposte a farsi rappresentare da gente simile.