E adesso non lo sapremo mai che cosa avrebbe deciso la giustizia belga in merito alla possibilità o meno di rimandare in Spagna Carles Puigdemont e gli altri ministri dell'ex governo autonomo catalano rifugiatisi in Belgio. Infatti, il giudice istruttore del Tribunale supremo spagnolo, Pablo Llarena, questa mattina ha deciso di revocare nei loro confronti il mandato d'arresto internazionale.
Dopo più di un mese rispetto a quando è stato emesso dalla giudice Carmen Lamela dell'Audiencia Nacional, il Tribunale supremo si è accorto che avrebbero potuto nuocere alle accuse per cui Puigdemont e i suoi ex ministri sono imputati in Spagna.
Infatti, se il Belgio avesse concesso l'estradizione solo per alcuni capi d'imputazione, la Spagna avrebbe potuto procedere nei confronti degli esuli catalani solo per quei reati ad essi connessi e non per tutti. Per questo motivo il mandato d'arresto internazionale è stato revocato, anche se rimane valido il mandato d'arresto all'interno del suolo spagnolo.
Quindi, se Puigdemont e gli altri volessero ritornare in Spagna verrebbero arrestati e, almeno per quanto riguarda Puigdemont - considerato quanto è stato deciso lunedì nei confronti di Junqueras, Forn, Sànchez e Cuixart - difficilmente sarebbe possibile usufruire della cauzione per affrontare il processo da uomo libero e non dal carcere.
Puigdemont ha avviato la campagna elettorale per le elezioni del 21 dicembre e sul sito del suo partito, Junts per Catalunya, è indicato come il candidato presidente.
Adesso, per Puigdemont si aprono due possibilità: ritornare in Spagna per partecipare alle elezioni ed essere immediatamente messo in carcere oppure assistervi dal Belgio o da qualsiasi altro paese, ma da uomo libero.