Il piano generale di quest’opera "Teorie evoluzionistiche in antropologia. Modelli e sviluppi" di Michele e Viola Petullà è diligentemente illustrato nell’Introduzione dagli stessi autori, i quali chiariscono che la pubblicazione ha un carattere e quindi uno scopo divulgativo- didattico, tant’è vero che ne consigliano l’utilizzo anche da parte delle scuole superiori, soprattutto nei Licei ad indirizzo “Scienze umane e pedagogiche”: si rimanda quindi il let tore a quelle pagine introduttive per conoscere in breve le correnti di pensiero e gli autori trattati. Siamo di fronte ad un lavoro che ci conduce all’interno dell’appassionante dibattito sviluppatosi intorno al tema dell’evoluzione, una vasta e complessa materia che si estende anche ad altre discipline oltre all’antropologia - come la biologia, la filosofia, la sociologia - e in genere alle scienze umane e della natura.
Si ripercorrono le tappe fondamentali dello sviluppo del pensiero degli studiosi, delle varie teorie succedutesi nella storia della speculazione filoso fica, nell’antichità e nell’Evo Medio, e poi nella ricerca scientifica a partire dall’Illuminismo. Qui mi preme sottolineare che il pregio principale di que sto trattato risiede nel modo col quale vengono esposte le tesi in materia. Gli autori hanno scelto la formula della sintesi, evitando così le trappole di una prosa solo per addetti ai lavori, zeppa di terminologie esoteriche o criptiche, mantenendo così fede al loro intento di scrivere con un linguaggio alla por tata di un pubblico più vasto. Non sono presenti quindi periodi circonvoluti, prolissi, tautologici, ma prevale la chiarezza espositiva che, forse, è erede della prosa scientifica galileiana.
Si procede, nella trattazione, secondo un metodo che potremmo definire degli ‘approfondimenti successivi e graduali’, ponendo quindi il lettore lo studente in grado di penetrare nei nuclei fondamentali dei concetti senza perdersi in tanti rivoli secondari: i nessi logici sono evidenti ed esaustivi, senza bisogno di ricorrere ad esegesi personali o a successive ricerche. Sarà poi l’interesse, la curiosità, la voglia di conoscenza a stimolare ognuno ad intraprendere altre letture più impegnative. Mi pare anche di poter affermare che un altro pregio del testo sia quello della obiettività: le varie teorie sono rese per quel che sono, cioè con una aderenza sostanziale a ciò che gli autori in questione hanno detto e scritto, senza perciò cadere nella partigianeria ideologica, che spesso nuoce ad un dibattito sereno e fruttuoso fra i sostenitori delle varie posizioni in campo e tra coloro che vi si approcciano.
Figura centrale di un libro sull’evoluzionismo non può essere che quella di Charles Robert Darwin (Shrewsbury, 1809 - Londra, 1882), colui che fu il primo ad elaborare un vera e propria teoria sistematica, soprattutto nei suoi libri L’origine della specie (1859) e L’origine dell’uomo (1871), e colui che ha rivoluzionato il pensiero umano e la visione del mondo rispetto alle concezioni precedenti del creazionismo e del fissismo. Diede un contributo decisivo per passare dal teocentrismo all’antropocentrismo, processo noetico iniziato già in epoca rinascimentale, stimolando anche una riflessione sul rapporto tra Religione e Scienza. A proposito Darwin ha scritto: «Un altro argomento a favore dell’esistenza di Dio, connesso con la ragione più che col sentimento, e a mio avviso molto importante, è l’estrema difficoltà, l’impossibilità quasi, di concepire l’universo, immenso e meraviglioso, e l’uomo, con la sua capacità di guardare verso il passato e verso il futuro, come il risultato di un mero caso o di una cieca necessità. Questo pensiero mi costringe a ricorrere a una Causa Prima dotata di un’intelligenza in certo modo analoga a quella dell’uomo; e mi merito così l’appellativo di teista.
Questa conclusione, a quanto ricordo, era ben radicata nella mia mente al tempo in cui scrissi L’origine della specie; ma in seguito, dopo molti alti e bassi, si è gradualmente indebolita» (Da Autobiografia 1809-1882, Einaudi, Torino 1964, traduzione di Luciana Fratini).Altrove troviamo quest’altro pensiero: «Ma potrei dire che l’impossibilità di concepire che quest’universo grandioso e meraviglioso, con i nostri sé coscienti, sia scaturito dal caso, a me pare l’argomento principe a favore dell’esistenza di Dio; ma sebbene questo sia un argomento di valore effetti vo, io non sono mai stato in grado di decidermi. Sono consapevole che se si ammette una causa prima, la mente brama ancora di sapere da dove questa è venuta, come si è generata» (Dalla Lettera 8837 a N.D. Doedes, 2 aprile 1873). Ed ancora: «Nelle mie fluttuazioni più estreme, non sono mai stato un ateo nel senso di negare l’esistenza di un dio. Ritengo generalmente (e sempre di più invecchiando), ma non sempre, che agnostico corrisponderebbe alla definizione più corretta della mia condizione intellettuale» (Dalla Lettera 12041 a John Fordyce, 7 maggio 1879).
Come si evince da questa citazione, Darwin è un uomo in ricerca, dalla grande onestà intellettuale che come tale va rispettato e che va annoverato tra i grandi “seminatori di conoscenza” dell’umanità, ai quali il trattato di Viola e Michele Petullà è lodevolmente dedicato. - ENZO CONCARDI
Il libro è stato stampato dall'Editore Guido Miani Editore nel marzo 2023
Guido Miano Editore,Via Emanuele Filiberto, 12, 20149 Milano MI