I genitori della 14enne rompono il silenzio e attaccano Andrea Davoli, arrestato per aver fatto sesso con la figlia: "Parole inaccettabili, non si confonda la vittima con l’aggressore". E a non confondere la vittima con l'aggressore invitano anche i sacerdoti sposati che solidarizzano con la famiglia della vittima. 

“Delirante e infamante", per dirla con la famiglia della vittima, la tiritera della donna ammaliatrice che diabolicamente tenta il pover’uomo e lo provoca con ostinazione fino a farlo capitolare. Soprattutto se la donna è una ragazzina di 14 anni e l’uomo è il suo precettore, un rispettato professore di religione di 52 anni, un membro dei Memores domini di Comunione e Liberazione (laici che fanno voto di castità).

Andrea Davoli – insegnante nei licei di Reggio Emilia, fotografo per hobby – deve rispondere di violenza sessuale. Difeso dall’avvocato Liborio Cataliotti (il noto penalista che tutelò anche Wanna Marchi), davanti al giudice del tribunale di Rimini – il primo rapporto sessuale l’avevano avuto a Viserbella, durante un ritiro spirituale – ha ammesso di avere da mesi una relazione con la giovanissima. Ma non ha pianto. Non si è assunto la piena responsabilità. Ha puntato il dito: "Lei mi ha sedotto e provocato. Non avevo rapporti sessuali da 15 anni e ho ceduto alle sue avances (queste le frasi rese dall’indagato, a lui attribuite e da cui il Resto del Carlino si dissocia, ndr)".

Il giudice deciderà a breve se, come richiesto dalla difesa, Davoli – ora in carcere – potrà beneficiare degli arresti domiciliari. Secondo Cataliotti non c’è pericolo di reiterazione, le due persone non sono più in contatto. Ma la famiglia della vittima non può tacere. "Sono dichiarazioni deliranti e infamanti", fa sapere oggi tramite il proprio legale. "Dichiarazioni di questo tenore, mosse nei confronti di una ragazzina da parte di un uomo adulto, per di più con un ruolo educativo, devono far riflettere. Purtroppo in reati di questo genere è sempre più ricorrente la tendenza a confondere le vittime con gli aggressori. Si ripone comunque massima fiducia nel ruolo della magistratura".

Davoli – cui Comunione e Liberazione e la stessa Diocesi hanno subito revocato ogni incarico – aveva avuto un atteggiamento meno spavaldo, quando il padre della vittima gli telefonò. Era stata la sorella a scoprire l’orrore. Aveva letto una chat rivelatrice sul cellulare della vittima. Da mesi si ripetevano incontri clandestini nei parcheggi. La chat era finita all’attenzione della mamma. E il papà chiamò il professore: "Ti rendi conto che quello che hai fatto è uno stupro?". Il docente si limitò a balbettare: "Sono malato, devo farmi curare".

Fonte: www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/ragazzina-violentata-educatore-cl-rabbia-famiglia-a8323fd6


Mirabile (Caramella buona): assurdo e triste

“Assurdo, triste, fa arrabbiare: ma capisco quanto sta accadendo intorno al caso eclatante dell’educatore di religione arrestato per violenza sessuale sulla ragazzina quattordicenne – scrive in una nota Roberto Mirabile, presidente dell’associazione contro gli abusi dei minori “La caramella buona” – Necessarie le solite parole di garanzia  sarà la magistratura ad accertare ogni responsabilità penale ecc. ecc. Mi pare quasi di essere ipocrita, ma ci sta nel rispetto dei ruoli.

Ho già avuto occasione di dichiararlo  ma vedo che ripetere è doveroso: nessuna responsabilità può venire (subdolamente e strumentalmente) accollata ad una ragazzina minorenne. Punto.

Se l’educatore, e ora mi pare ridicolo ed inappropriato usare ancora questo termine, non ha saputo “resistere alla tentazione” dopo quindici anni di castità, poteva indirizzare le proprio voglie da un’altra parte, con una persona adulta, certo pienamente  consenziente e non su di una minorenne per di più fragilmente coinvolta in un periodo difficile della sua vita sentimentale. In tanti, troppi casi che seguiamo in tutta Italia, assistiamo alla strategia del discredito della vittima, che si vuole presentare come inattendibile, inaffidabile, poco seria, una che se la è cercata!

Infine, leggo delle manifestazioni di solidarietà via mail a sostegno dell’arrestato, provenienti da determinati ambienti : andrebbero indirizzate alla vittima. Penoso quando ci si trincera ipocritamente dietro alla frase “con me si è comportato sempre bene”. E per fortuna, dico io. Ora sarebbe meglio tacere e fare lavorare le autorità.

Fonte: 24emilia.com