La pandemia di COVID-19 ha causato un aumento dei disturbi d'ansia e depressione maggiore in tutto il mondo, soprattutto nelle donne e nei giovani. È quanto emerge da una metanalisi condotta da ricercatori australiani, pubblicata venerdì scorso da The Lancet.
Secondo i ricercatori, i giovani hanno sofferto soprattutto per l'isolamento legato alla chiusura delle scuole, mentre le donne si sono ritrovate ad affrontare un maggior carico di gestione della via domestica con conseguente aumento del rischio di violenza.
Lo studio, condotto dai docenti dell'Università del Queensland, ha registrato 76 milioni di casi aggiuntivi di disturbi d'ansia e 53 milioni in più di casi di depressione maggiore. Complessivamente, i casi di depressione maggiore sono arrivati a 246 milioni dai 193 milioni previsti (+28%) e i disturbi di ansia hanno conosciuto un incremento del 26%, passando da una previsione di 298 milioni a 374 milioni.
Il lavoro australiano ha incluso 48 studi precedentemente condotti in tutto il mondo e ha raggruppato i risultati in una metanalisi per quantificare la prevalenza di disturbi di salute mentale dei dati relativi a 204 Paesi nel 2020. Ciò l'ha reso "il primo approfondimento mondiale sul peso dei disturbi d'ansia e depressione durante la pandemia", come hanno osservato gli autori di un articolo di commento collegato alla pubblicazione dello studio.