Venerdì 12 gennaio, presso la Pontificia Università Lateranense, si è tenuto il Convegno "Il Vaticano II nell’era dei millennials" introdotto da S.E. Mons. Rino Fisichella e da una riflessione storica di Filippo Forlani, docente di Storia della Chiesa alla Pontificia Università Santa Croce

Si è trattato di un evento organizzato in preparazione del Giubileo 2025 dalla Primaria Associazione Cattolica Artistico-Operaia con il Dicastero per l’Evangelizzazione e con il Vicariato di Roma.

Quella dei Millennials è la generazione dei nati tra i primi anni Ottanta e la metà degli anni Novanta. Il Pew Research Center ha definito Millennial chiunque sia nato tra il 1981 e il 1996 e questi due anni di riferimento non sono casuali, ma scaturiscono da una serie di considerazioni di tipo politico, sociale, economico e, soprattutto, dal fatto che, nei primi anni del 2000, la maggior parte dei Millennials avrebbe finito un percorso di educazione superiore.

Ad ogni modo i millennials - dall’analisi fatta da Mons. Andrea Lonardo - sembra non abbiano idea di ciò che è stato il Concilio Vaticano Il e della portata storica che esso ha avuto nel cambiare il volto della Chiesa a livello globale. Ottima l’analisi di padre Maurizio Botta, Prefetto dell’Oratorio Secolare S.Filippo Neri che - anche attraverso lo studio della critica sociale di Pier Paolo Pasolini - ha  messo in luce l’impossibilità di liberarsi nella società dei consumi dove, la negazione dei valori cristiani, diventa la base di ogni comportamento qualunquista e asociale finalizzato al consumo di beni e di Sé.  

La Dei Verbum - con particolare riferimento al diritto alla riservatezza- è stata analizzata da Beatrice Serra, docente di diritto ecclesiastico all’Università La Sapienza di Roma. La “Lumen Gentium” è stata analizzata da Elisabetta Gavasci Scala del Moige. Nonostante gli interventi di buon livello va detto, però, che al convegno è mancato un approccio socio-antropologico alla questione dei Millennials fondato su ricerche che evidenziassero dati e tendenze qualitative e quantitative.