L'ultracattolico, supporter delle politiche a favore dei disabili e della famiglia tradizionale (ma solo se provvista di numerosi bambini) e sfegatato sostenitore dei "combattenti" nazifascisti greci di Alba Dorata, il leghista Lorenzo Fontana, è stato eletto oggi, alla quarta votazione, presidente della Camera per la XIX legislatura con 222 voti. Guerra ha ottenuto 77 voti, De Raho 52 e Richetti 22. Alle prime tre votazioni, che si sono tenute giovedì, nessuno aveva raggiunto il quorum richiesto dei due terzi dei componenti dell'Aula. 

Nel suo discorso di ringraziamento, dopo aver salutato il Papa (!) e il presidente della Repubblica, Fontana ha dichiarato che

"la legislatura che sta iniziando dovrà riaffermare il ruolo centrale del Parlamento come luogo delle decisioni politiche" auspicando una "rinnovata attenzione sulla qualità delle leggi che saremo chiamati a elaborare: leggi oscure o imperfette si traducono in costi per i cittadini, dispendio energie e nei casi più gravi negazione dei diritti", aggiungendo che servirà "una inversione di tendenza tra potere normativo del governo e del Parlamento".

Lo stesso Fontana, a sprezzo del ridicolo considerando - solo come un esempio - i decreti sicurezza di Salvini da lui votati nella passata legislatura. ha dichiarato che 

"bisogna assicurare a tutti i cittadini la pari dignità sociale: il Parlamento sia promotore dei diritti di tutti, soprattutto i più vulnerabili e fragili. Maggioranza e opposizione dovranno dialogare e garantire piena collaborazione con gli altri organi costituzionali".

 Soddisfatto il segretario della Lega Salvini, che ha commentato così: 

"Complimenti e buon lavoro al presidente della Camera Lorenzo Fontana che conosco e stimo da tanti anni, saprà rappresentare deputate e deputati con competenza e senso delle istituzioni. Per me e per la Lega è un orgoglio e una responsabilità".
Adesso si apre la partita del governo, con le consultazioni al Quirinale e il prevedibile incarico a Giorgia Meloni, anche se bisognerà vedere come Forza Italia, cioè Silvio Berlusconi, avrà digerito quanto accaduto al Senato con l'elezione di La Russa, senza aver ricevuto garanzia alcuna per i ministeri da lui richiesti.