Tête-à-tête, così il premier Conte ha definito il suo colloquio con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, tenutosi prima del bilaterale allargato alle rispettive delegazioni.
Presumendo che a tale espressione non possa essere dato un carattere di intimità, rimane quello di amicizia.
Ed è questo che il governo del cambiamento vuole comunicare all'Italia del cambiamento: Trump è nostro amico, Trump sta dalla nostra parte, Trump condivide ciò che facciamo.
Così, per Giuseppi Conte (come Trump lo ha chiamato) "la visita a Washington è stata l'occasione per rinnovare i profondi e storici legami di amicizia tra il popolo statunitense e quello italiano, per rinsaldare una relazione fondamentale per la sicurezza e la stabilità internazionale nei principali teatri – quali il Mediterraneo, l’Iraq e l’Afghanistan – e per intensificare la cooperazione tra i due Paesi nell'ottica della crescita economica di entrambi."
Amicizia anche personale che Trump ha anticipato nella dichiarazione di apertura dei colloqui dichiarando che Conte sta facendo un lavoro fantastico, che è molto d'accordo su quanto il governo sta facendo riguardo all'immigrazione, invitando gli altri Paesi europei a prendere esempio dall'Italia.
Di passaggio, Trump ha ricordato a Conte che gli Stati Uniti hanno anche un deficit molto elevato con l'Italia pari a circa 31 miliardi di dollari e che presto sarà un argomento da chiarire... ma questo Giuseppi e i partiti che supportano il governo non lo hanno sottolineato nella loro entusiastica e, provinciale, propaganda per questo "successo" di politica internazionale.
Salvini, così, si esalta rispolverando la foto che lo ritrae insieme a Trump durante la campagna per le presidenziali - nonostante il candidato repubblicano avesse poi affermato di non sapere chi diavolo fosse Matteo Salvini e di non averlo mai incontrato - per sottolineare che persino gli Usa sono con lui contro i migranti...
Luigi Di Maio, invece sottolinea l'aspetto "economico" della visita, affermando che "con il governo del Cambiamento l'Italia ha riacquistato grande credibilità sul piano internazionale e che stiamo a tornando a essere considerati un Paese in cui investire.
Riguadagniamo la stima e la fiducia della prima economia del mondo occidentale e consolidiamo una sincera alleanza e uno storico legame commerciale, puntando anche sull’export." Dei 31 miliardi di deficit cui Trump ha accennato, anche Di Maio non ne ha parlato.
Nella conferenza stampa a fine incontro, sono stati riassunti i temi trattati e tra questi da sottolineare un singolare accordo con gli Stati Uniti per una "cabina di regia permanente" sul Mediterraneo in generale e in particolare sulla Libia.
Al riguardo, Conte ha poi precisato: «Non credo che Macron se ne abbia a male. Non ci condividiamo un primato, ma lavoriamo nell’interesse di tutti per stabilizzare la Libia.»
Ma l'Italia non dovrebbe lavorare con l'Europa, specialmente su temi che riguardano i propri confini?