La sora Meloni ci prova a fa la piaciona ma non gli vien bene, per due motivi.

Il primo è che si trova più a suo agio ad inveire contro minoranze e diritti civili piuttosto che a difenderli e supportarli, il secondo è che per dimostrare che l'estrema destra è a favore dei diritti civili è costretta a rigirare la frittata... sostenendo che non è contro. Roba da sofisti navigati.

Da cosa ha origine questo incipit? Dalla "letterina" che la presidenta di Fratelli d'Italia ha inviato al Corriere della Sera in risposta ad un articolo in cui Antonio Polito si chiedeva se la sora Meloni non avesse un problema con le donne. 

«Secondo il suo ragionamento - ha replicato lei nella lettera di risposta - gli attacchi di giornaliste e protagoniste dello showbiz nei miei confronti testimonierebbero una lontananza dalle donne e un "fianco scoperto": i diritti civili. Penso invece che rappresentino il trionfo di stereotipi ormai logori, che dipingono la destra come retriva e maschilista, mentre il rapporto tra le donne e la sinistra in realtà è più sbandierato che effettivo: basta vedere come sia difficile trovare una donna leader in quel campo. Secondo Polito però il messaggio che trasmetterei sarebbe quello di una donna che "ce l'ha fatta" perché "diventata brava come un uomo". Penso invece di avercela fatta perché sono brava come una donna. Ed è esattamente questo che voglio comunicare alle altre donne. Se sono diffidente verso le "concessioni" di posti o quote da parte dei leader maschi, come ha fatto il segretario del Pd Enrico Letta con la sostituzione d'imperio dei capigruppo e l'indicazione di due donne, è proprio perché ritengo che le donne abbiano una grande forza autonoma, che va liberata dai mille impacci e ostacoli che la ingabbiano, ma che non va umiliata o sottovalutata. Purtroppo oggi la genitorialità è spesso un ostacolo, perché il modello di cittadinanza è costruito intorno ad un sistema che non consente di conciliare vita e lavoro. E l'organizzazione dei tempi e la scena pubblica hanno ritmi che spesso incidono più pesantemente sulle donne e che spinge a non avere figli, oppure a doversi adattare a mille equilibrismi, mille fatiche multitasking, sentendosi sempre in colpa, sempre mancanti da qualche parte. Ma attraverso la maternità le donne sviluppano competenze preziose che possono essere investite nello spazio pubblico e nel lavoro: sono capacità ed energie che vanno valorizzate, e non, come accade oggi, ignorate o peggio, punite. Per aiutare le donne a "farcela" bisogna smantellare le penalità che le appesantiscono e non concedere loro qualche strapuntino. Sui diritti civili, afferma Polito, il discrimine è tra conservatori e reazionari. Noi non siamo reazionari, non vogliamo tornare indietro: vogliamo costruire il futuro. Ma siamo conservatori, perché vogliamo portare con noi, nel futuro, quello che abbiamo amato e amiamo, la nostra storia, la tradizione, l'appartenenza al genere sessuale, la possibilità per un bimbo di avere una mamma e un papà, la solidarietà tra le generazioni, il rispetto per gli anziani, la cura dei più fragili. E la sinistra, cosa vuole, per le donne? L'abbiamo visto con il ddl Zan: l'appiattimento della differenza sessuale, un nuovo modello patriarcale che fa scomparire le donne e distrugge il materno. Per la sinistra, essere madre non è un valore sociale ma addirittura qualcosa che può essere comprato e venduto: l'utero si può addirittura affittare e le donne povere si possono sfruttare. Bisogna lasciare fare il mercato. Noi invece ci battiamo per una piena e integrale applicazione della 194 e affinché le donne siano davvero libere di essere madri se lo vogliono, senza rinunciare a nulla, ai propri talenti, alla carriera e alla politica. Io credo che i diritti delle donne si difendano così».

Ci sarebbe da chiedere alla femminista conservatrice il perché, a questo punto, non abbia chiamato il suo partito Sorelle d'Italia oppure, più correttamente, Fratelli e Sorelle d'Italia... oltre a spiegarci i passaggi logici in base ai quali una legge per combattere l'omotransfobia dovrebbe finire per imporre addirittura un nuovo modello patriarcale.

Lasciando ad altri il compito (improbo) di interpretare neuroni e sinapsi della sora Meloni, è però doveroso riportare la risposta che Alessandro Zan, tirato in ballo, le ha inviato in relazione a come la sua (nel senso della Meloni) destra interpreti realmente il ruolo della donna.

«Tre video, tre testimonianze di come i partiti di destra percepiscono le donne, le loro vite, i loro corpi, i loro diritti.

  1. Il primo video di Alessio di Giulio (Lega) che invita a votare per far sparire una donna rom dalla circolazione;
  2. Il secondo di Massimo Mallegni (Forza Italia) che promette di stipendiare le “nostre” mogli e mamme, che devono rimanere a casa a lavare i pavimenti e a stirare;
  3. Il terzo di Eugenia Roccella (Fratelli d'Italia) che nega l'aborto come diritto di una donna.

Questa destra è un pericolo per i diritti di tutte le persone, e non si sforza nemmeno di nasconderlo».

In pratica la sora Meloni si incarognisce sul fatto che gli altri assegnino alla destra "stereotipi ormai logori", che  la descrivono "come retriva e maschilista", quando riportano semplicemente cosa la destra, che lei definisce conservatrice e non fascista, dice e fa ogni santo giorno.

Ma è sicura di sapere a quale partito e a quale coalizione appartiene?