Incontro in videoconferenza tra il sindaco Rinaldo Melucci, il presidente della Provincia Giovanni Gugliotti, i sindaci dell’Area di Crisi Complessa Franco Andrioli, Luca Lopomo e Vito Punzi, con il presidente della Camera di Commercio Luigi Sportelli e gli altri esponenti della Giunta camerale, in rappresentanza dell’industria e dell’artigianato Antonio Marinaro, Carlo Maria Martino presidente di Confapi Puglia e fondatore della Tecnomec Engineering, Domenico D’Amico e Vincenzo Cesareo.

Tema della videoconferenza, la situazione dell'indotto ex Ilva.

“Gli enti locali hanno potuto riprendere il dialogo sulla critica situazione dell’indotto locale, raccogliere sollecitazioni dal mondo delle imprese e valutare le prossime azioni da condividere nei confronti del gestore, dei Commissari e del Governo, al fine di ottenere il rispetto e l’attenzione che il territorio ionico rivendica per questa “fase 2″ dell’emergenza sanitaria nazionale” si legge nella nota dell’amministrazione comunale.

La task force locale così ricostituita, orientata agli obiettivi già inclusi nel documento strategico unitario presentato al tavolo del CIS dello scorso 5 marzo 2020, è tornata a chiedere che si paghino puntualmente e in trasparenza i crediti delle imprese ioniche, ad oggi stimati in quasi 40 milioni di euro.

Molte aziende rischiano di non riaprire più se continuiamo così – ha stigmatizzato il primo cittadino del capoluogo ionico a margine del confronto, riportando un sentimento condiviso tra gli amministratori ionici -, parliamo di migliaia di posti di lavoro con poche tutele, per altro. Il Governo batta un colpo, è ancora il proprietario degli impianti, normalizzi subito la situazione con ArcelorMittal. Ribadisco che uno stabilimento che produce solo malattie, cassa integrazione e debiti non ci serve più. Se non verranno saldate le nostre aziende ci batteremo perché non arrivi un grammo di acciaio alle manifatture del nord, vediamo se a Roma si capisce che non siamo una colonia con cittadini di serie B. E per il futuro, aspettiamo dal Governo segnali sull'accordo di programma, sia chiaro che Taranto non affronterà la fase 2 sacrificandosi ancora in vano per il Paese”.

E’ stato poi firmato sempre dalle Istituzioni locali il documento di sostegno alle istanze dell’indotto siderurgico, promosso dalla “Task Force Arcelor Mittal” della Camera di commercio di Taranto.

“L’incontro è stato promosso proprio dalla Task Force camerale che nei giorni scorsi ha già interpellato il Governo sulla necessità di una definitiva soluzione alla questione siderurgica. Obiettivo: discutere e condividere un documento che, nell'ambito del più complessivo tema della trasformazione del modello economico provinciale anche attraverso un Accordo di programma per l’area di Taranto che il gruppo di Istituzioni ha richiesto da ultimo con la nota congiunta del 5 marzo scorso, intende sollecitare fortemente il Governo a farsi carico delle specifiche problematiche, ormai non più trascurabili, dell’indotto collegato allo stabilimento siderurgico. Ciò a tutela non di un interesse parziale ma, invece, generale dell’economia tarantina soggetta ad una doppia crisi (quella storica connessa alla siderurgia e alla sua gestione e quella determinata dal Covid-19) tale da minacciare la sopravvivenza di gran parte del tessuto industriale e, a cascata, degli altri comparti produttivi – si legge nella nota della Camera di Commercio -. Il documento è stato sottoscritto da tutti i partecipanti e viene inoltrato in queste ore al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al Sottosegretario di Stato, sen. Mario Turco e al Ministro dello Sviluppo Economico, sen. Stefano Patuanelli”.