Stefano Mei, presidente della Fidal, Federazione italiana di atletica leggera, mercoledì ha rilasciato la seguente dichiarazione sul caso del marciatore Alex Schwazer:
"Per dovere di informazione dei nostri tesserati, essendo peraltro già reperibile sul web, ho chiesto di pubblicare il testo della recente ordinanza del GIP di Bolzano a conclusione delle indagini nei confronti di Alex Schwazer.La lettura degli atti potrà dare a tutti consapevolezza in ordine a quanto il Giudice abbia concluso; io, personalmente, affrontata la lettura ho maturato la convinzione che la vicenda della seconda positività di Alex Schwazer poggi le sue basi su fatti e circostanze prive della doverosa (sia sul piano giuridico sia, anche, in relazione agli obblighi di gestione sportiva) consistenza.Certo è che la condanna sportiva per i fatti del 2016, inflitta a un atleta che, pagato il precedente debito sia con l'ordinamento sportivo sia con quello statale, avrebbe inteso riabilitarsi sul campo, è da mettere in discussione. La conclamata discordanza dei fatti che emerge dalla lettura del decreto di archiviazione, rende difficilmente sopportabile la condanna sportiva inflitta all'atleta.La chiarezza definitiva sul caso penso sia dovuta non solo a Schwazer, ma a tutto il nostro movimento: il mio auspicio è che questa storia dolorosa, anche per la Federazione, possa esser ricondotta su binari di equilibrio e correttezza e che tutto ciò che oggi è nell'ombra possa venire alla luce".
Una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni e restituisce credibilità alla Federazione, anche in relazione alle dichiarazioni di dirigenti e tesserati rilasciate nel 2016 che, senza far riferimento ai fatti già al tempo denunciati da Schwazer e dal suo allenatore, condannavo l'atleta altoatesino senza il minimo dubbio.
Non solo. In base alla ricostruzione della vicenda proposta nei giorni scorsi dalla trasmissione Le Iene, emerge in maniera concreta la possibilità che Schwazer sia stato vittima di un complotto, una vendetta per colpire anche il suo allenatore, Sandro Donati, che aveva cercato di fare chiarezza sul doping assunto dagli atleti russi, vicenda che la Federazione internazionale di atletica leggera cercava di coprire.
La Fidal ha pubblicato il testo dell'ordinanza di archiviazione al seguente indirizzo:
http://www.fidal.it/upload/files/2021/Schwazer_archiviazione.pdf