Risolto il problema della riforma del MES all'orizzonte spunta quello relativo alla gestione del Recovery Fund
Dopo il passaggio alla Camera, il premier Conte è andato al Senato per incassare il via libera dell'Aula sulle decisioni che l'Italia dovrà prendere in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre.
In questa pagina è riassunto per intero l'intervento di Giuseppe Conte, mentre di seguito ne vengono riportati solo alcuni passaggi relativi ai principali temi elencati.
Recovery Fund
Continuiamo a sostenere gli sforzi della Presidenza tedesca di turno del Consiglio dell'Unione europea e della Presidente della Commissione europea, rivolti a una soluzione rapida di questa situazione di stallo, causata - come ho già ricordato - dal veto posto da Ungheria e Polonia. Vi anticipo peraltro - lo faccio doverosamente, ma con la massima cautela - che, proprio in queste ultimissime ore, sembrerebbe intravedersi uno spiraglio positivo in questo negoziato.
Riforma del MES
la riforma del MES, approdata sul tavolo dell'Euro summit nel dicembre 2019, incorporava l'introduzione del backstop comune al Fondo di risoluzione unico, a partire però dal 2024. Il Governo italiano ha agito per ottenere l'introduzione anticipata di tale meccanismo, nel presupposto di rispettare alcuni obiettivi di riduzione del rischio bancario. ... Originariamente era previsto che si procedesse in sequenza: prima la riforma del MES, poi la valutazione dei rischi, infine l'introduzione anticipata del common backstop, attraverso la riforma dell'accordo intergovernativo, che regola il trasferimento e la messa in comune dei contributi del MES al Fondo di risoluzione unico. ... L'obiettivo è quello di integrare il nuovo MES nel quadro dell'intera architettura europea, anche al fine di assicurare un maggiore raccordo con le istituzioni dell'Unione, che, certamente, offrono maggiori garanzie di trasparenza e democraticità.
Green deal
Questa è una priorità che l'Italia intende perseguire anche nella prospettiva della conferenza COP26. Sapete che l'anno prossimo avremo la responsabilità, insieme alla Gran Bretagna, di questo che è il più importante evento in materia di ambiente e di clima. È per noi essenziale che questo obiettivo sia accompagnato dal riconoscimento anche finanziario degli sforzi già sostenuti in questi anni di alcuni Paesi, tra cui l'Italia, per avanzare verso i target climatici, oltre che da una completa attenzione europea, anche in termini di incentivi ai costi sociali ed economici, della transizione verde.
Brexit
L'Italia riafferma il sostegno al capo negoziatore europeo Michel Barnier e al presidente von der Leyen e resta convinta che l'unità tra Stati membri rimanga un passaggio obbligato per tutelare al meglio gli interessi di cittadini e imprese.
A conclusione del proprio intervento, Conte ha poi fatto appello alle forze di maggioranza:
Spesso in Aula - lo ricorderete - ho rivolto un appello al dialogo e all'unità alle forze di opposizione e in alcuni passaggi devo riconoscere che esso ha trovato ascolto. Rimane sempre quel che ho ribadito in altre sedi e circostanze: il tavolo del confronto con le opposizioni resta sempre aperto, ma è importante anche che ci sia la massima coesione delle forze di maggioranza. È importante parlarsi, così come lo sono il confronto dialettico e la varietà di posizioni, nonché superare, in una sintesi superiore, con spirito costruttivo, la varietà di opinioni, perché non dobbiamo mai disperdere le energie.Dobbiamo sempre concentrarci sugli obiettivi che ci stanno a cuore e che giustificano la nostra presenza qui e la nostra azione.La coesione delle forze di maggioranza ci consente - stiamo parlando di un prossimo Consiglio europeo e di un futuro importante per l'Europa - di continuare a battersi in Europa. Vi assicuro che ci metterò tutta la più ferma determinazione nel fornire il giusto contributo critico e anche il coraggio necessario a sostenere un programma di riforme come quello in corso e anche il processo di rinnovamento che si preannuncia per le istituzioni europee. Tra un po', infatti, inizierà la Conferenza sul futuro dell'Europa, nella quale dovremo misurare la nostra capacità di incidenza, la nostra energia rinnovatrice e su questo - state certi - lanceremo una sfida ambiziosa pure agli altri Governi europei.
Oggi, al Senato, il governo non rischiava. I 5 Stelle hanno finalmente capito che a Bruxelles Conte non darà il via libera al MES sanitario, ma solo alla riforma del MES che è altra cosa. In questo modo hanno potuto approvare le risoluzioni di Conte.
"Il Presidente Giuseppe Conte - ha dichiarato Vito Crimi - ha saputo dimostrare che quando si va nel contesto europeo forti di un mandato unito, netto e determinato, come è accaduto in passato, si riesce a portare a casa un risultato che va anche oltre le aspettative. È così che siamo riusciti ad ottenere i 209 miliardi del Recovery Fund. Ed è così, con il nuovo mandato forte e unitario che esce dal voto di oggi, che intendiamo proseguire il percorso con ancora più determinazione".
Ma mentre i grilli sembrano aver trovato un appiglio a cui aggrapparsi per continuare a supportare il Governo, subito ci hanno pensato i renziani ad agitare le acque nella maggioranza, minacciando di non sostenere l'esecutivo nel caso in cui venga nominata una task force esterna per la gestione degli obiettivi del Recovery Fund. La task force, per Italia Viva, andrebbe ad esautorare il ruolo del Parlamento e dei Ministri.
"Noi non possiamo lasciare il futuro del nostro Paese, 209 miliardi, nelle mani di non si sa chi. È la politica che deve prendersi la responsabilità delle scelte", ha detto la renziana Conzatti.
Ovviamente, anche facendo ricorso a tutta la buona volontà di questo mondo, è difficile non poter credere che Matteo Renzi più che degli interessi del Parlamento si preoccupi di non poter avere sufficiente voce in capitolo nella gestione di spesa di tutti quei miliardi.
Quel che invece resta da capire è fino a che punto il senatore fiorentino sia disposto a puntare i piedi. Con una crisi di Governo, in base alle ultime dichiarazioni di Mattarella sul tema, si andrebbe a votare e lui, con un traballante 3% potrebbe mettere a rischio il suo seggio al Senato... e con la villa da pagare metterebbe a rischio anche 15mila euro netti al mese. Ma siamo sicuri che miri ad una crisi nella maggioranza?