Settantuno persone sono state espulse dall’Italia, solo nel 2021, per rischi legati alla radicalizzazione jihadista. Sono, invece, 144 i foreign fighters monitorati.

E, ancora, nelle carceri italiane si contano, secondo i dati del Dap, 313 detenuti controllati per scongiurare che si radicalizzino. Insomma un quadro tutt'altro che rassicurante quello emerso  dai recenti dati sull Islam pubblicati dal Viminale. Ed è partendo da questi numeri che il Copasir vuole sensibilizzare il Parlamento sulla materia del jihadismo.

L’estremismo islamico, prima che perseguito quando si verificano i reati, va secondo il comitato presieduto da Adolfo Urso prevenuto. E per farlo serve, alla svelta, una norma:

“Il Comitato - si legge nella relazione, approvata ieri, sul contrasto alla radicalizzazione jihadista in Italia - segnala l’esigenza urgente e non più dilazionabile di un intervento legislativo che doti il nostro Paese di una disciplina idonea a contrastare in modo più incisivo il crescente fenomeno della radicalizzazione di matrice jihadista” a utilizzare anche strumenti di prevenzione e cooperazione, auspicando che – così come avviene già per il reato di pedopornografia – possa essere punita non solo la diffusione di materiale di propaganda ma anche la sua detenzione”.

142 delle persone arrestate per reato di jhadismo  sono classificati di livello alto, 89 di livello medio e 82 di livello basso. Tra di loro le nazionalità maggiormente rappresentate sono quella algerina, 27,16%, e quella marocchina, 25,88. 

Secondo il Copasir non è possibile più questa latenza di legge sulla prevenzione di questi tipo di reati, che vanno contratti con un grande impegno della intelligence ma anche con strumenti legislativi adeguati. 

“Devono essere attuati programmi utili a contrastare l’indottrinamento che si diffonde prevalentemente nel deep e dark web attraverso la narrativa di influencer, di imam radicali, di lone actor, veri e propri propugnatori di odio verso l’Occidente. Vi è l’esigenza urgente e non più dilazionabile di un intervento legislativo che, anche tenuto conto delle varie iniziative richiamate in precedenza e in analogia a quanto accaduto in altri ordinamenti europei, doti il nostro Paese di una disciplina idonea a contrastare in modo più incisivo il crescente fenomeno della radicalizzazione di matrice jihadista”.

Immediata la reazione della politica alla richiesta del Copasir. La leader di Fratelli d Italia Giorgia Meloni ha ribadito come su questo tema il suo partito abbia già portato avanti in passato alcune proposte di legge per contrastare il fenomeno in crescita, confermando la necessità di una efficace e immediata azione di contrasto al fenomeno della radicalizzazione jihadista. Fratelli d’Italia ha ripetutamente sostenuto, spesso in totale solitudine, l’urgenza di contrastare il dilagare dell’integralismo islamista:

“Ora il Parlamento proceda al più presto all’approvazione delle proposte di legge da tempo depositate da FDI su questa importante materia”.