Anche se la notizia non è conosciuta dalla maggior parte degli italiani, il 17 aprile, tra un mese esatto, sarà possibile votare su un quesito referendario per fermare le trivellazioni in mare. In particolare agli italiani è richiesto di esprimersi sulla "durata delle autorizzazioni per le esplorazioni e le trivellazioni dei giacimenti in mare già rilasciate e si riferisce all'abrogazione dell'articolo 6, comma 17, terzo periodo del Codice dell'Ambiente nella parte in cui prevede che le trivellazioni possano proseguire fino a quando il giacimento lo consente ("per la durata di vita utile del giacimento"). Lo scopo del referendum è dunque quello di limitare la durata dei titoli concessori alla loro scadenza naturale".

Per chi ha a cuore l'ambiente e le entrate dello Stato, visto che l'attuale legislazione permette dei regali abnormi a chi estrae  risorse naturali nei nostri mari, il referendum è un'occasione per bloccare quanto il governo ha concesso nell'ultima legge di stabilità!

La notizia di oggi riguarda l'intenzione di voto del Partito Democratico nei confronti di questa consultazione. In un documento dell'Agcom che  in base alle norme vigenti indica le posizioni (pro, contro, favorevoli all'astensione o alla non partecipazione) dei soggetti politici, il PD è classificato tra i soggetti politici contrari o che si esprimono per l’astensione o la non  partecipazione al voto.

L'organo ufficiale del partito, l'Unità, spiega la scelta come un atto dovulto in coerenza con le scelte del governo (vedi legge di stabilità) e con quanto già dichiarato dal segretario Matteo Renzi: «il referendum non è sul no a nuove trivelle, che è già acquisito, ma un referendum politico per dire che al termine della durata delle concessioni non si può continuare a tirare su il gas. Battaglia politica delle Regioni assolutamente rispettabile, ma non di buon senso.»

E proprio la modalità di questa decisione è stata criticata dalla minoranza del PD che ne era all'oscuro e non ne era stata mai informata. In nessun organo ufficiale che regola la vita del Partito Democratico si è mai discusso di questo argomento. Quindi chi è che ha deciso, si domanda Roberto Speranza che ormai è la figura di riferimento della corrente di minoranza che si oppone alle scelte del premier segretario?

Oltre alla domanda sul modo del tutto inusuale con cui questa decisione è stata presa che  ancora non ha ricevuto risposta, c'è anche il problema che molti di coloro che sono iscritti e votano Partito Democratico sono favorevoli a questo referendum e voteranno sì.

Ogni giorno che passa il problema della democraticità nella vita dei partiti si fa sempre più evidente e non riguarda solo il Movimento 5 stelle. Questa vicenda ne è la dimostrazione.