… la mia vita interiore ed esteriore è basata sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti, e io devo sforzarmi al massimo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto.
Albert Einstein
La gratitudine verso il prossimo è un articolo ormai raro, è patrimonio di menti e anime illuminate dalla saggezza e dall’umiltà. Il Presidente Mattarella nel suo ultimo discorso augurale di fine anno agli italiani - infatti il suo travagliato mandato sta giungendo al termine - ha parlato di speranza, di riscatto, di cambiamenti, di futuro. Con l’aria che tira, quelle pronunciate dal nostro primo cittadino rimarranno delle parole. Vediamo invece i fatti, prendiamone ad esempio la processione dei “politici” di tutti gli schieramenti a Rebibbia per visitare Denis Verdini, condannato in via definitiva a 6 anni e 6 mesi per bancarotta del Credito cooperativo fiorentino e “giacente” in cella dal 3 novembre scorso.
Nella galleria nazionale dei personaggi in cerca d’autore spicca questo autorevole ed originale rappresentante del popolo italiano; la sua ascesa ha dello straordinario: la famiglia gestiva un’attività di import-export di animali da macello, ma la sua grande passione sono le banche e il denaro che lo porterà ai vertici del Credito cooperativo fiorentino (che gli ha “fruttato” un temporaneo soggiorno nelle patrie galere), si interessa di editoria divenendo azionista de Il Foglio, il Giornale della Toscana e Metropoli; riveste l’incarico di consigliere di quartiere per il PSI, gradualmente si avvicina al partito repubblicano divenendo uomo di fiducia di Giovanni Spadolini. Nel 1992 e nel 1994 partecipa alle elezioni politiche non riuscendo a farsi eleggere. Quando Forza Italia vince le elezioni diviene forzista (Forza Italia raccoglieva tutti i socialisti craxiani e i democristiani sopravvissuti a mani pulite) riesce a farsi eleggere e da quel momento inizia la sua carriera di deputato ma alle elezioni regionali del 2000 Berlusconi e Fini preferiscono appoggiare la candidatura di Altero Matteoli che sarà ministro in ben tre governi di centro destra. Comunque riesce ad esser eletto nella circoscrizione provinciale di Firenze dove ottiene parecchi incarichi. Dal 2001 inizia la sua lunga carriera di deputato, dopo le elezioni politiche del 2008 cura la fusione di Alleanza Nazionale con Forza Italia con la sigla Popolo della Libertà e con la creazione dell’Ufficio del Coordinatore farà parte del triunvirato che guiderà per anni la politica del partito di centro destra insieme a Sandro Bondi e Ignazio La Russa.
Verdini è il risolutore delle crisi di governo infatti è suo il patto del Nazzareno che unì Renzi a Berlusconi, coniugando due realtà incompatibili: evidentemente erano tramontati i tempi dell’annientamento dei “comunisti” da parte di Berlusconi ma forse sarebbe più appropriato dire che erano tramontati gli “ideali” politici e tutto si era appiattito.
A Rebibbia il saggio Verdini dalla barba bianca riceve una pluralità di personaggi come Salvini che ha l’alibi di essere fidanzato con sua figlia Francesca. Si sono recati a manifestare solidarietà mezza Forza Italia, esponenti della Lega e del PD. Il re delle cliniche private Antonio Angelucci, Ferri, Daniela Santanché, Renata Polverini, Maurizio Lupi, Ignazio La Russa. Non potevano mancare il deputato del PD Luca Lotti e il capo di IV, Matteo Renzi.
Allo spuntar di una crisi di governo ecco che iniziano i pellegrinaggi per ascoltare gli auspici del buon consigliere: sicuramente Matteo Renzi ne trarrà le debite conclusioni. Quello che sta accedendo in questi ultimi giorni è uno spettacolo inaccettabile! Se questa è politica è meglio dedicarsi alla filosofia o a qualche meditazione trascendentale per vincere la nausea. Il rinnovamento deve partire dalla base superando gli stereotipi obsoleti che dominano l’attuale mentalità. Ma non c’è tempo né la volontà per farlo, meglio delegare con un voto e poi secondo come vanno le cose sputacchiar sentenze piuttosto che assumersi la grave responsabilità di essere stati complici di questo sfascio e trovare alternative. I guardiani della democrazia non sono le istituzioni ma la coscienza civile dei cittadini infatti sono scoppiati scandali che hanno coinvolto tutti i settori della pubblica amministrazione che puntualmente si concludono con un nulla di fatto.
Attilio Fontana il leader dell’eccellenza lombarda prima, di Natale sente il dovere di scrivere una lettera al Corriere della Sera per sintetizzare in 8 punti la ricetta miracolosa della ripresa di uno Stato portato allo sfascio dai comitati d’affari che si sono succeduti per decenni. Emerge la presunzione miope e l’aspetto secessionista della Lega, fenomeno sociale tollerato da un Paese che dimostra di non aver capito che cos’è la democrazia e l’unità nazionale. Nelle manifestazioni pubbliche leghiste volgarità e disprezzo sono stati i veicoli per instillare l’odio verso una parte consistente della collettività e provocare risentimento verso il centro sud per giustificare le bestialità che andavano facendo i loro leaders politici.
Gli elettori del nord sono convinti che votando Lega e distaccandosi dal resto del paese facciano la cosa giusta invece i loro “capetti” li stanno solo usando e continueranno a farlo fin quando farà loro comodo.
Non considerano che l’imprenditoria del nord prima ha fatto scempio dei loro territori saturando il suolo di ogni veleno possibile, quando hanno esaurito ogni possibilità di smaltire quei veleni nel settentrione hanno spedito la loro morte nel centro sud: gli elettori leghisti sono stati le prime vittime dell’Imprenditoria d’eccellenza di cui vanno tanto fieri.
Nel nord è in atto la “restaurazione” del sistema feudale attraverso una distorta interpretazione dei dettati costituzionali: il gioco delle regioni a statuo speciale allargato. Se dà un lato si sta tentando di realizzare una confederazione di stati per rendere la Comunità europea più omogenea e forte, questi esaltati stanno producendo una secessione interna allo Stato italiano frammentando il territorio utilizzando l’espediente delle regioni a statuto speciale che non ha alcuna giustificazione giuridica né tanto meno logica. Il loro potere si regge su un elettorato miope nel quale hanno inoculato razzismo, seminato rivalità e discordia che sta disarticolando i rapporti tra gli abitanti delle varie regioni. Non si sono resi conto che votandoli sono divenuti le loro prime vittime basta considerare quello che è successo nelle RSA durante la pandemia, le dislocazioni all’estero delle imprese e l'avvelenamento dei territori. Non si illudano, li stanno usando per interessi personali: gettando loro le briciole hanno creato un falso e temporaneo benessere che inevitabilmente perderanno. Il loro “sistema di eccellenza” è basato sul parassitismo, si mantiene attraverso l’evasione fiscale, crediti d’imposta, sgravi fiscali e la sistematica sottrazione di risorse pubbliche che vengono spedite nei paradisi fiscali.
Nel 2018 l’esito delle urne ha compromesso gli equilibri che hanno dominato la vita del Paese da decenni. Per bocca dei suoi rappresentanti la Confindustria ha ribadito che non tollera alcuna interferenza statale nelle attività della corporazione ma nel corso degli anni quest’ultima ha interferito pesantemente nelle scelte politiche del Paese e ha pilotato il funzionamento delle attività istituzionali utilizzando una schiera di servi fedeli posti all’interno delle varie amministrazioni pubbliche. E’ per questo che crollano i ponti, l’acqua è inquinata e scorre in impianti fatiscenti che risalgono al dopo guerra, le riserve idriche vengono sacrificate alla speculazione edilizia - un esempio scandaloso è il lago di Bracciano che rappresenta una delle più preziose riserve idriche del centro; le discariche vengono riempite di rifiuti tossici e contaminanti prodotti “dall’eccellenza imprenditoriale del nord” che stanno decimando le popolazioni civili del centro sud; un capitolo a parte sono i rifiuti nucleari visto che siamo un paese denuclearizzato dove la magistratura ha mostrato una vile indifferenza e i ministri hanno posto e mantenuto il segreto di Stato su di un genocidio.
Non vogliono alcun intervento di Stato sull’economia ma pretendono e ottengono finanziamenti pubblici con la minaccia di licenziare i dipendenti e mandano avanti le loro baracche a spese della collettività; pretendono lo snellimento delle procedure di aggiudicazione per le opera pubbliche per poi realizzarle senza rispettare le condizioni di qualità, tempi di consegna e delegando a una serie di subappalti che permettono l’inserimento della criminalità organizzata nell’affare e la qualità mediocre dell’opera finita, il più delle volte mancante del collaudo.
Questa categoria ha ridotto l’Italia alla stregua di una prostituta da sfruttare e prenderla a calci se si lamenta. Questi non sono imprenditori, sono dei volgari sfruttatori: hanno voluto una economia “liberista” per fare i loro comodi senza avere problemi di controlli, guardandosi bene dall’usare capitali propri. Perché non hanno pensato di rinnovare il sitema economico del Paese prima della pandemia? Per il semplice fatto che del rinnovamento non solo non gliene importava prima ma non gliene importa tantomeno adesso.
Si parla di realizzare un programma di investimenti atti a reimpostare radicalmente tutti i settori del Paese, attraverso la realizzazione di progetti originali ed innovativi si vuole rilanciare e nel contempo risanare un Paese annientato dal malaffare. Ambiente, scuola, sanità pubblica, ricerca, cultura, arte, economia, tecnologia, risanamento dei territori, preservazione delle riserve idriche, coltivazioni basate sulla biodiversità con graduale eliminazione delle sostanze chimiche nocive: è nella autentica libertà di impresa (soprattutto piccola e media), è nell’individuazione di validi progetti e nell’aiutarne la realizzazione risiede il successo di questo necessario rinnovamento.
Purtroppo io sono pessimista perché manca la qualità principale: una mentalità diversa dall'attuale. Non c’è tempo per cambiare le condizioni necessarie per promuovere un vero rinnovamento. Questa annataccia finisce con le recite del “buon samaritano” di Salvini che consegna pacchi alimentari alle persone sbagliate sotto il flash del compiacente fotografo e le deprimenti sceneggiate di Renzi alla ricerca della “poltrona perduta”. Quello che ci spetta è il dominio delle caste non un futuro di libertà.