Grazie al traino del governo (post) fascista guidato da Giorgia Meloni, praticamente un Arturo Michelini in gonnella, con gli altolà sui diritti delle minoranze e la revoca del patrocinio della regione Lazio (guidata dal Francesco Rocca, FdI), l'edizione del Gay Pride di Roma mai aveva visto una così nutrita partecipazione quanto quella di questo 2023.

Decine i movimenti e le associazioni che hanno partecipato, oltre 30 i carri che hanno sfilato, mentre un milione erano le persone presenti... secondo gli organizzatori. Un numero, quest'ultimo, sicuramente più che gonfiato, ma non cancella che nelle coloratissime vie di Roma hanno sfilato decine e decine e decine di migliaia di persone. Un successo che risponde a chi, come l'attuale governo, di voler allargare i diritti solo per avere una scusa per poi negarli. Un classico del fascismo.

Tra i politici, presente alla manifestazione Elly Schlein, segretaria del Pd: 

"Sono qua oggi perché è importante, perché il Pd sarà sempre nei luoghi della tutela e della promozione dei diritti Lgbtq+. A partire dal matrimonio egualitario, le adozioni e il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. Siamo qui perché è importante e giusto esserci.Ed è invece sbagliato che non ci sia la regione Lazio. Ci siamo con i nostri corpi e siamo qui in mezzo alle associazioni a supportare il Pride, come siamo a supporto e abbiamo aderito come PD a tutta l'onda Pride.Non dimentichiamo che chi oggi governa l'Italia sono gli stessi che hanno affossato con un applauso difficile da dimenticare una legge di civiltà come il ddl Zan. Una legge che c'è in tutto il resto d'Europa, una legge contro l'odio e le discriminazioni anche sull'orientamento sessuale".

Alla manifestazione anche il sindaco di Roma Gualtieri, con tanto di fascia tricolore, che ha approfittato dell'occasione per annunciare l'apertura di un conflitto con il ministro Piantedosi:

"Le trascrizioni di atti legali formati all'estero sono legittime e doverose, altrimenti sarebbe una discriminazione. Non si capisce perché si può trascrivere il certificato di una eterologa di una coppia eterosessuale e non di una coppia omosessuale. Non temo l'intervento del prefetto perché le trascrizioni si fanno in tantissime città d’Italia, è una cosa normalissima".