Prima della sua chiusura, oltre ad una Brexit no deal, la Camera dei Comuni aveva approvato una mozione presentata dal conservatore Dominic Grieve che impegnava il Governo a pubblicare il contenuto del documento titolato Operazione Yellowhammer, di cui alcune parti erano già state rese note in agosto, tramite anticipazioni pubblicate in anteprima da un quotidiano.

In quell'occasione, il governo Johnson dichiarò che i contenuti pubblicati erano datati e non rispecchiavano le ultime previsioni dell'esecutivo. In realtà, anche nel documento presentato ufficialmente dall'amministrazione Johnson, le conseguenze immaginate in seguito ad un'uscita del Regno Unito dall'Europa senza un accordo sono simili, se non addirittura identiche, a quelle prospettate già al tempo da Theresa May.

Nelle sei pagine di "Yellowhammer", datate 2 agosto, si prende in esame ciò che accadrà in Gran Bretagna a partire dal 1 novembre prossimo se  uscirà dall'Ue senza avere delle regole che possano consentire il prosieguo dei rapporti di scambio con gli Stati membri dell'Unione europea.

Quelli di seguito elencati sono solo alcune delle conseguenze citate in relazione ad una Brexit no deal:

- "diminuzione" di alcuni tipi di alimenti freschi e "minore disponibilità" di ingredienti chiave;

- aumenti di prezzo per alimenti e carburanti, che avrebbero un impatto enorme sulle persone a basso reddito;

- ripercussioni sulla disponibilità di medicinali e forniture mediche;

- manifestazioni di protesta diffuse in tutto il Regno Unito;

- camion in attesa per più di due giorni prima di poter attraversare la Manica.

Poi ci sono le ripercussioni che questa situazione avrebbe su alcune imprese, destinate a chiudere o a fallire, con la ripresa del mercato nero... come in tempo di guerra! E numerosi altri problemi... come, ad esempio, le aree di pesca per le navi dei pescatori, possibile pandemia influenzale per il prossimo inverno a causa della scarsità di vaccini, una durata di almeno sei mesi delle problematiche relative agli scambi commerciali prima che questi possano riprendere regolarmente.


Michael Gove, il ministro incaricato da Johnson di pianificare gli interventi per una Brexit senza accordo con l'Ue, ha cercato di minimizzare parlando di scenari che non prendevano in considerazione le misure che il governo starebbe pianificando per contrastare gli effetti d una Brexit no deal.

Vero o no, l'ufficializzazione di contenuti, che comunque già in molti avevano ipotizzato, ha contribuito ad accendere ulteriormente il dibattito sulla Brexit, con i parlamentari dell'opposizione che adesso, ancora di più rispetto a qualche ora fa, chiedono la riapertura del Parlamento.

Nella sua mozione, Grieve, oltre alla pubblicazione dei contenuti dell'Operazione Yellowhammer, chiedeva al Governo di svelare la corrispondenza (mail, note, messaggi WhatsApp) tra Downing street ed alcuni consiglieri del premier in relazione alla possibilità di chiudere il Parlamento, cosa poi avvenuta facendo ricorso alla cosiddetta "prorogation".

Quei documenti, che secondo indiscrezioni ricevute da Grieve avrebbero contenuti che lui ha classificato come un vero e proprio scandalo, non sono però state rese pubbliche. In ogni caso, una corte di appello scozzese, ieri, ha giudicato la chiusura del Parlamento illegittima. La Corte Suprema, il prossimo 17 settembre, si esprimerà definitivamente sulla questione.

In ogni caso, ogni giorno che passa si ha l'impressione che la Gran Bretagna sia prigioniera di un folle o di un bugiardo che, al di là delle sue dichiarazioni pubbliche, stia tramando per far sì che il suo Paese finisca nel caos.

Ma se Johnson non è un pazzo, c'è da chiedersi però a che cosa stia realmente mirando.