Ed anche questa è una notizia di rilievo. L'Istat ha visto in negativo un dato macroeconomico dell'Italia che cresce, dell'Italia che è ormai fuori dalla crisi. Come è possibile?

Eppure, a luglio 2017 le vendite al dettaglio, rispetto allo scorso giugno, diminuiscono dello 0,2% sia in termini di valore che in termini di volume. Le vendite di beni alimentari registrano un aumento dello 0,1% in valore e una flessione di pari entità in volume (-0,1%), mentre le vendite di beni non alimentari registrano una variazione negativa dello 0,3% sia in valore sia in volume.

In base ai dati trimestrali, periodo maggio-luglio 2017, l'indice complessivo del valore delle vendite al dettaglio registra una variazione nulla rispetto al trimestre precedente, dove per le vendite di beni alimentari si rileva una diminuzione dello 0,1% in valore e un aumento dello 0,3% in volume; per quelle di beni non alimentari un aumento dello 0,1% in valore e una variazione nulla in volume.

Sui 12 mesi, rispetto a luglio 2016, le vendite al dettaglio restano stazionarie in valore, ma diminuiscono dello 0,4% in volume. Per i prodotti alimentari si rileva una crescita dello 0,2% in valore e una flessione dello 0,7% in volume. Le vendite di prodotti non alimentari registrano diminuzioni dello 0,1% in valore e dello 0,2% in volume.

Rispetto a luglio 2016, le vendite al dettaglio registrano un aumento dello 0,3% nella grande distribuzione e una diminuzione dello 0,2% nelle imprese operanti su piccole superfici.

Inutile domandarsi come questi dati possano coincidere con quelli della ripresa che, sempre secondo l'Istat, sarebbe supportata da una crescita della domanda interna che, a sua volta, dovrebbe essere rappresentata anche dall'andamento delle vendite al dettaglio. È un mistero.