In Albania i magistrati siano formati a contrastare mafie e corruzione
In Albania la Scuola per i Magistrati ha assolutamente bisogno di formazione sulla legislazione antimafia e anticorruzione e sui meccanismi di applicazione giudiziaria a livello nazionale e transnazionale.
Un corso simile a quello tenutosi nei Paesi dell’ex Jugoslavia che dovrebbe essere parte del programma di formazione iniziale degli uditori giudiziari e dovrebbe concentrarsi sugli aspetti amministrativi, civili e penali della legislazione antimafia e anticorruzione nazionale ed internazionale.
Il nuovo corso dovrà consentire ai futuri pubblici ministeri e giudici di fungere da stimolo per un cambiamento positivo, garantendo che il patrimonio materiale e culturale dell'Albania sia tutelato e garantito alle generazioni future.
L’ho ribadito - partendo dalle mie antiche origini albanesi - all’European Forum Anti-Fraud a Bruxelles analizzando le crescenti preoccupazioni per i crimini di matrice mafiosa che ad oggi in Albania risultano complessi e di difficile risoluzione.
Se la mia amata Albania vorrà salvarsi ed entrare in Unione europea dovrà partire proprio dalla riforma del sistema giudiziario sostenendo la formazione delle prossime generazioni di pubblici ministeri e giudici, affrontando e gestendo adeguatamente le indagini che riguardano la corruzione e la criminalità organizzata.
I futuri magistrati dovranno essere dotati delle conoscenze e degli strumenti per affrontare le sfide nelle nuove mafie transnazionali sempre più connesse alla corruzione e ai crimini economici e finanziari. Solo così si potrà riottenere la fiducia dei cittadini che cercano giustizia.
L’affidabilità e l’imparzialità della magistratura porterà in modo significativo a una maggiore fiducia anche nelle forze dell'ordine e nella pubblica amministrazione che spesso sono infiltrate dalla mafia e dalla corruzione.
In questa ottica è fondamentale l’educazione e la preparazione di una nuova generazione di magistrati che sia in grado di avvertire con la medesima sensibilità i rischi che la diffusione di organizzazioni criminali sul territorio europeo crea per l’effettiva realizzazione e la tutela di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia e, allo stesso tempo, cogliere l’importanza che la protezione dei diritti fondamentali della persona umana riveste nella predisposizione di strumenti e strategie di contrasto alla criminalità organizzata.
La formazione, sviluppata su scala transfrontaliera anche attraverso il coinvolgimento di altre istituzioni, nazionali ed europee, deve essere l’impulso per una rigenerazione radicale dell’approccio a questo settore. Abbiamo bisogno di gettare le basi di una cultura europea della lotta alla mafia e l’Albania con la sua criminalità organizzata non può restare indietro.
Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). È ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Falcone e Borsellino nella seconda metà degli anni Ottanta. È tra i più accreditati studiosi delle nuove mafie transnazionali. Esperto di strategie di lotta al crimine organizzato. Autore di numerosi saggi e di una monografia pubblicata in cinquantaquattro Stati scritta con Franco Roberti dal titolo “La lotta alle nuove mafie combattuta a livello transnazionale”. È considerato il maggior esperto europeo di mafia albanese e i suoi lavori di approfondimento in materia sono stati utilizzati anche da commissioni legislative in ambito europeo.
Testo originale:
In Albania, magistrates are trained to combat mafias and corruption.
In Albania, the School for Magistrates absolutely needs training on anti-mafia and anti-corruption legislation and on judicial enforcement mechanisms at a national and transnational level. A course similar to the one held in the countries of the former Yugoslavia which should be part of the initial training program for judicial auditors and should focus on the administrative, civil and criminal aspects of national and international anti-mafia and anti-corruption legislation. The new course must allow future public ministers and judges to act as a stimulus for positive change, ensuring that Albania's material and cultural heritage is protected and guaranteed for future generations. I reiterated this - starting from my ancient Albanian origins - at the European Anti-Fraud Forum in Brussels, analysing the growing concerns about mafia-related crimes which today in Albania are complex and difficult to resolve. If my beloved Albania wants to save itself and enter the European Union, it will have to start from the reform of the judicial system by supporting the training of the next generations of public ministers and judges, adequately addressing and managing investigations into corruption and organized crime. Future magistrates will have to be equipped with the knowledge and tools to face the challenges in the new transnational mafias increasingly connected to corruption and economic and financial crimes. Only in this way will it be possible to regain the trust of citizens seeking justice. The reliability and impartiality of the judiciary will significantly lead to greater trust also in the police forces and public administration which are often infiltrated by the mafia and corruption. From this perspective, the education and preparation of a new generation of magistrates who are able to perceive with the same sensitivity the risks that the spread of criminal organizations on European territory creates for the effective creation and protection of a space is fundamental. of freedom, security and justice and, at the same time, grasp the importance that the protection of the fundamental rights of the human person has in the preparation of tools and strategies to combat organized crime. Training, developed on a cross-border scale also through the involvement of other national and European institutions, must be the impetus for a radical regeneration of the approach to this sector. We need to lay the foundations of a European culture of fighting the mafia and Albania with its mafia cannot be left behind.
Vincenzo Musacchio, forensic criminologist, jurist, associated with the Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) in Newark (USA). He is an independent researcher and member of the Higher School of Strategic Studies on Organized Crime of the Royal United Services Institute in London. In his career he was a student of Giuliano Vassalli, friend and collaborator of Antonino Caponnetto, an Italian magistrate known for having led the anti-mafia pool with Falcone and Borsellino in the second half of the 1980s. He is among the most accredited scholars of the new transnational mafias. Expert in strategies to fight organized crime. Author of numerous essays and of a monograph published in fifty-four states written with Franco Roberti entitled "The fight against new mafias fought at a transnational level". He is considered the leading European expert on the Albanian mafia and his in-depth work on the subject has also been used by legislative commissions at European level.