Il partito degli estremisti di destra della Lega di Salvini, che lotta strenuamente per scavalcare a destra i (post) fascisti di Fratelli d'Italia, ha dichiarato oggi che "la legge sulla cittadinanza va benissimo così, e i numeri di concessioni (Italia prima in Europa con oltre 230mila cittadinanze rilasciate, davanti a Spagna e Germania) lo dimostrano. Non c'è nessun bisogno di Ius Soli o scorciatoie".
Perché ribadire tale concetto a supporto della purezza della razza italica?
Perché in un articolo dal titolo "Il Pd rilancia lo ius soli. Fi apre un varco a destra", Repubblica annuncia sul tema una apertura di Forza Italia verso le posizioni dei partiti di opposizione. Il partito di Tajani, però, respinge tale interpretazione, dichiarando di avere avuto sempre sullo ius scholae una stessa posizione, definita storica: il riconoscimento della cittadinanza dopo 10 anni di studi in Italia.
"Attraverso le Olimpiadi - ha spiegato Renata Polverini, di Forza Italia - gli italiani hanno definitivamente compreso che l'italianità è un insieme di valori condivisi e non una questione di epidermide e questo sentimento nuovo, come avrebbe detto un grande cantautore, deve essere colto dalla politica portando a compimento quel progetto di legge sullo ius scholae al quale ho lavorato, con l'incoraggiamento di Silvio Berlusconi, per ben due legislature, assieme a tantissime colleghe e colleghi di Forza Italia e di ogni schieramento politico parlamentare. I nostri atleti che hanno gareggiato a Parigi, indipendentemente dalle vittorie o dalle sconfitte, ci hanno resi orgogliosi di essere italiani, ma soprattutto ci hanno fatto sentire, quando sono stati intervistati, tanti dialetti diversi che avevano appreso sin da piccoli e che dimostravano quel senso di appartenenza al territorio che non può essere negato o contrastato per il colore della pelle. Il percorso scolastico è il vero e giusto cammino per l'integrazione, e la cittadinanza va riconosciuta al termine del ciclo di istruzione senza sottoporre ragazze e ragazzi nati in Italia a penose quanto ardue trafile burocratiche – al compimento dei diciott'anni – per essere finalmente considerati per ciò che sono e vogliono essere: italiani".
Questo il commento del segretario di Più Europa, Riccardo Magi:
"Che in Italia si sia riaperto il dibattito sulla cittadinanza è una buona notizia. Che la Lega si dica contraria allo ius soli, invece, non è una notizia: capita sempre che il partito di Salvini si opponga alle buone riforme. C’è bisogno di una nuova legge sulla cittadinanza perché quella attuale è semplicemente anacronistica: risale ai primi anni 90 e non tiene conto della mutata società italiana e soprattutto dell’inverno demografico che tutta l’Europa sta attraversando. Non stiamo parlando peraltro di nuovi italiani, ma di italiani veri e propri: nati, cresciuti e scolarizzati qui, che però a differenza di tutti gli altri italiani come loro, sono per la burocrazia meno italiani degli altri. Come +Europa stiamo lavorando al referendum per abrogare quelle parti della legge sulla cittadinanza che ad oggi creano cittadini e cittadine di Serie A e di Serie B e siamo aperti al coinvolgimento di altre forze politiche, associazioni e società civile".