Ramzan Kadyrov: abbiamo liberato l'aeroporto e la zona industriale di Severodonetsk
"48 missili da crociera. Durante la notte. In tutta l'Ucraina. La Russia sta ancora cercando di intimidire l'Ucraina, causare panico e spaventare la gente".
Così su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, ha commentato l'attacco russo delle scorse ore portato su gran parte degli oblast ucraini.
Ma gli attacchi oltre che da territorio russo e dal Mar nero, come quello missilistico portato sull'oblast di Leopoli, adesso verrebbero portati direttamente anche dalla Bielorussia, da dove sarebbero decollati i sei aerei Tu-22M3 che hanno lanciato 12 missili da crociera Kh-22 che hanno colpito le regioni di Chernihiv, Sumy e Kiev.
Sul fronte est, l'ipertrofico macellaio ceceno Ramzan Kadyrov, dal proprio canale Telegram, ha dichiarato che la zona industriale e l'aeroporto di Severodonetsk sono stati completamente liberati dalle forze ucraine che, va ricordato, ieri avevano annunciato il ritiro dalla città. Il ritiro, secondo quanto riferito da Kharyton Starskyi addetto stampa della Guardia nazionale ucraina, è durato diversi giorni, ma è stato comunicato solo il 24 giugno per motivi di sicurezza. Spostare le truppe in aree più strategiche come Lysychansk consentirà alle forze ucraine di prepararsi per una controffensiva più efficace in futuro, ha chiarito.
Nello stesso messaggio su Telegram, Kadyrov ha anche detto che 800 civili che si erano rifugiati nello stabilimento di Azot, sempre a Severodonetsk, sono stati liberati.
Il governatore dell'oblast di Luhansk (dove è sita Severodonetsk), Serhiy Haidai, ha riferito che nelle prime ore di questa mattina la Russia ha iniziato a bombardare Sevierdonetsk e la città gemella di Lysychansk con artiglieria e attacchi aerei, colpendo anche l'impianto chimico di Azot. Pertanto, quale sia la sorte delle persone che vi erano rifugiate (per gli ucraini non più di 500) è al momento impossibile affermarlo.
Ieri, lo Stato maggiore di Kiev ha parlato di un ulteriore arretramento delle truppe russe nell'oblast di Kherson. Sempre ieri la CNN ha rivelato che tutti i lanciarazzi multipli statunitensi promessi saranno in Ucraina entro metà luglio. I primi quattro sistemi HIMARS sono arrivati in Ucraina, mentre il secondo lotto di altri quattro HIMARS sarà consegnato entro metà luglio.
Nell'ultimo bollettino ucraino che riporta le perdite russe dal 24 febbraio, il numero dei soldati è arrivato a 34.700 soldati, mentre questo è l'elenco aggiornato dei mezzi militari: 1.511 carri armati, 3.645 veicoli corazzati, 764 pezzi di artiglieria, 241 sistemi di lancio multiplo di razzi, 137 missili terra-aria, 184 elicotteri, 217 aeroplani, 626 droni, 14 imbarcazioni.
Dalla Russia, nel frattempo, proseguono minacce e dichiarazioni di ritorsione in risposta al supporto dell'occidente nei confronti dell'Ucraina.
Il parlamentare russo Andrey Gurulyov ha affermato che Londra sarebbe stata la prima città ad essere bombardata dalla Russia se il blocco dell'exclave di Kaliningrad porterà alla guerra con la NATO.
Oggi, la sempre tutt'altro che sobria portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha dichiarato che la Russia non aderirà al Trattato sulla messa al bando delle armi nucleari (TPAN o TPNW). Non una notizia sorprendente, per carità, visto che è in linea con gli altri Paesi che le armi nucleari le possiedono e le producono.
Però, il fatto che sottolinei di non vedere modi realistici per attuare misure o misure pratiche per ridurre le armi nucleari, in un momento in cui la Russia minaccia di utilizzarle, non è molto rassicurante.