La Regione Puglia ha approvato l’erogazione di un contributo economico per sostenere le donne che scelgono di ricorrere alla crioconservazione degli ovociti per fini sociali, nota come Social Freezing.
La misura rientra nelle politiche regionali per la tutela del diritto alla genitorialità e la procreazione, riconosciuti dalla Costituzione, e rappresenta anche una risposta concreta al problema del calo demografico che interessa il Paese.
Il Social Freezing permette alle donne di congelare i propri ovuli in un periodo della vita in cui la qualità ovocitaria è ancora alta, mettendo così da parte un'opzione riproduttiva per il futuro.
È una soluzione sempre più richiesta da chi, per motivi personali, lavorativi o di salute, desidera posticipare la maternità senza però rinunciare alla possibilità di concepire più avanti, quando la fertilità potrebbe fisiologicamente ridursi.
Secondo quanto stabilito dalla normativa regionale, le donne che soddisfano determinati requisiti possono richiedere un contributo massimo di 3.000 euro a parziale copertura delle spese per il trattamento. I criteri di accesso sono i seguenti:
- età compresa tra i 27 e i 37 anni;
- residenza in Puglia da almeno 12 mesi;
- ISEE ordinario non superiore a 30.000 euro;
- trattamento effettuato presso centri di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), pubblici o privati accreditati, regolarmente inseriti nel registro nazionale del Ministero della Salute.
Con questa misura, la Regione Puglia punta a dare un sostegno concreto alle donne che intendono preservare la propria fertilità, favorendo così una maggiore libertà nella pianificazione familiare e cercando al contempo di contrastare il progressivo declino delle nascite.