Politica

Caso Diciotti, i 5 Stelle chiedono agli iscritti di votare sì o no al processo per Salvini... con un tranello

Di Maio ha deciso. Saranno gli iscritti al Movimento 5 Stelle a votare on-line per decidere se i loro senatori dovranno votare a favore oppure contro la decisione di mandare a processo Salvini per il caso Diciotti.

Per promuovere il voto, che potrà essere espresso sulla piattaforma Rousseau lunedì 18 febbraio dalle 10 alle 19, i 5 Stelle descrivono la vicenda in questi termini.


"Stiamo parlando dell’articolo 96 della Costituzione. Nello specifico questo è un caso senza precedenti, perché mai in passato si era verificato che la magistratura chiedesse al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell’esercizio delle sue funzioni e non per azioni fatte per tornaconto privato e personale (tangenti, truffa, appalti, etc): in questo caso non ci porremmo neppure il problema e lo spediremmo in tribunale. ...

Quindi ora siamo chiamati a decidere.

Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?
, quindi si nega l’autorizzazione a procedere,
No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere."


Come ognuno può rendersi facilmente conto, il modo confuso e artificioso con cui viene chiesto il voto da parte del Movimento è un invito ai propri iscritti a votare Sì che, in realtà, corrisponde al non far processare Salvini.

Tanta è la volontà da parte dei 5 Stelle nel far favori a Salvini, che adesso si riducono pure a questi "mezzucci".

Non solo. Oltre al tranello sopra descritto, non va dimenticata neppure la fantasiosa ricostruzione che si fa della vicenda. In primo luogo, l'accordo di tutto il Governo sul caso Diciotti.


"Il ministro dell’interno Salvini, d’accordo con il Ministro dei Trasporti Toninelli, il Vice Presidente del Consiglio Di Maio e con il Presidente Conte, negò quindi lo sbarco fino a che l’accordo non fosse stato raggiunto. Per questa vicenda il Tribunale dei Ministri di Catania ha deciso di inquisire il Ministro dell’interno perché ha considerato il ritardo dello sbarco dalla nave un sequestro di persona e ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere."

Quella sopra riportata è la ricostruzione che della vicenda Diciotti ne dà il Movimento 5 Stelle nel documento odierno, con il quale chiede agli iscritti di esprimersi. In realtà, i fatti sono andati ben diversamente, come le cronache hanno ben descritto. Inutile ripetere qui quello che ognuno può tranquillamente andare a rileggersi da qualsiasi fonte. Quella che viene definita decisione collegiale, fu in realtà solo una decisione di Salvini.


Inoltre, nell'invito al voto di oggi, i 5 Stelle vogliono far credere ai propri iscritti che qualunque decisione un Governo prenda, questa debba comunque essere considerata al di fuori della legge... questa è la sostanza della loro dialettica.

Un modo di argomentare, soprattutto per un movimento che si è sempre definito anti casta, del tutto incredibile, perché l'ingiudicabilità di un Governo può essere richiesta e giustificata solo per circostanze eccezionali ed estreme.

Nel caso Diciotti, non vi era alcuna condizione che potesse giustificare Salvini e il Govrno ad operare al di là delle loro prerogative, qualunque siano gli sforzi eristici di leghisti e grillini per convincere l'opinione pubblica sulla bontà di un modo di agire che, palesemente, ha violato la legge e, pertanto, merita di essere giudicato da un tribunale.


Comunque vada, questa richiesta di voto è un'ulteriore passo verso la normalizzazione in partito del Movimento 5 Stelle che ha finito per ricorrere alla stessa ipocrisia del passato, tanto cara a coloro che i grillini dicevano di voler combattere e cambiare.

Autore Roberto Castrogiovanni
Categoria Politica
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