Se Firenze è conosciuta in tutto il mondo per essere la culla del Rinascimento, molti storiografi e critici d’arte concordano nel riservare al Belgio – e a Bruxelles in particolare – un ruolo decisamente rilevante nella storia del movimento a livello europeo. Il riferimento è alla scuola dei Primitivi Fiamminghi, una delle correnti più importanti nel panorama delle arti figurative del XV secolo, che viene spesso considerata parallela al Rinascimento italiano.

“Il volto storico e rinascimentale di Bruxelles è una scoperta inattesa – dichiara Ursula Jone Gandini, direttore Italia Ufficio del Turismo di Bruxelles – e testimonia un’epoca ricca e gloriosa che influenzò anche la produzione artistica della città, definendo uno stile del tutto particolare, che ebbe in Bruegel uno dei suoi esponenti più importanti”.

Dal 1515 al 1555, infatti, Bruxelles fu la residenza ufficiale di Carlo V, che si stabilì nel Palazzo del Coudenberg (i cui resti sono ancora visitabili), trasformando la città nell’epicentro politico-economico del Vecchio Continente. Nominato re di Spagna nel 1516 e, solo 3 anni più tardi, imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V governava un regno nel quale “non tramontava mai il sole”, che si estendeva fino alle terre del Nuovo Mondo, scoperte pochi anni prima da Colombo.

Per ripercorrere le tappe essenziali del rinascimento belga Bruxelles ospita fino a settembre il Festival di Carlo V. Tra esposizioni a tema, concerti, dibattiti, spettacoli teatrali, rievocazioni storiche e attività dedicate alle famiglie, il programma del Festival di Carlo V comprende anche una serie di percorsi tematici, sviluppati da Visit Brussels per permettere a tutti i visitatori della città di entrare in contatto con la sua anima storica.

Carlo V e l’Età dell’Oro di Bruxelles”, ad esempio, è un itinerario che parte dalla Piazza Reale nel quartiere di Sablon e prosegue alla volta della Grand Place, per ammirare chiese, palazzi, statue e fontane che ricordano le gesta di Carlo V. In alternativa, si può optare per “Bruxelles ai tempi di Erasmo”, tour focalizzato sugli usi e i costumi della popolazione raccontati dall’umanista rinascimentale, che ha soggiornato in città nel 1521. La visita guidata parte dalla piazza Petit Sablon e arriva fino al giardino della casa di Erasmo che conserva ancora oggi alcuni resti archeologici del castello di Anderlecht, abbinati poeticamente a diverse installazioni di artisti contemporanei.

Nel corso del Festival di Carlo V trovano ampio spazio anche gli eventi dedicati a Pieter Bruegel il Vecchio, il più grande pittore che la storia fiamminga abbia mai conosciuto: un’opportunità straordinaria per scoprire i capolavori dell’Artista che ha legato in maniera indissolubile la propria vita a Bruxelles, trascorrendo in città gli ultimi anni della sua breve esistenza, dal matrimonio con Mayeken Coecke (figlia del suo maestro Pieter Coecke) nel 1563, fino alla morte nel 1569.

In occasione del 450° anniversario dalla morte, che sarà celebrato il 5 settembre, Visit Brussels, in collaborazione con la collettiva Farm Prod, ha inaugurato una serie murales che compongono un vero e proprio “street art trail” a tema. Si parte con rue Haute, vicino a Porte de Halle, con un’opera dell’artista francese Lazoo, ispirata alla celebre “Danza Nuziale” del 1566, olio su tela attualmente conservato al Detroit Institute of Arts. Da metà giugno in poi, inoltre, vedranno la luce altri undici affreschi, dipinti da artisti che fanno parte della collettiva, che prendono spunto dai lavori svolti dal pittore fiammingo: un’opportunità per scoprire Bruegel sotto un’altra luce.

Murales a parte, Bruxelles è ricchissima di testimonianze dell’Artista: dalla tomba, custodita nella chiesa di Notre-Dame de la Chapelle, al Museo Reale delle Belle Arti, che custodisce la seconda collezione al mondo delle sue rare e preziosissime opere, tra cui la Caduta degli Angeli Ribelli del 1562, il Paesaggio Invernale con Pattinatori e Trappola per Uccelli del 1565, il Censimento di Betlemme del 1566 e l’Adorazione dei Magi, datato 1564. Bruegel fu uno dei primi artisti del periodo rinascimentale belga ad abbandonare le icone religiose e i soggetti storici per rappresentare la quotidianità, cogliendo perfettamente quella “joie de vivre” tipica di Bruxelles e dei suoi cittadini. Buona parte dei suoi lavori, infatti, rappresentano le attività quotidiane dei contadini, danze popolari, feste e attività all’aperto nei mesi invernali.