Oltre al dato sugli occupati, l'Istat ha rilasciato questo giovedì anche il dato relativo all'andamento dell'inflazione a novembre 2017. Secondo le stime preliminari, i prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, diminuiscono dello 0,2% su base mensile rispetto ad ottobre, per il terzo mese consecutivo!

Il rallentamento, in relazione ai beni, si deve alla mancata crescita dei prezzi degli Alimentari non lavorati e, dal lato dei servizi, dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, mitigato dall’accelerazione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (+5,0% da +4,3% del mese precedente).

L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, scende di un decimo di punto percentuale segnando un +0,4% dal +0,5% di ottobre. Stesso risultato si ottiene anche calcolandola al netto dei soli Beni energetici, con il +0,6% rispetto al +0,7% del mese precedente.

Rispetto a 12 mesi fa la crescita dei prezzi dei Beni si attesta a +1,3%, mentre a ottobre era +1,2%, ma rallentano i prezzi dei Servizi (+0,5% da +0,7%), generando una differenza in negativo pari al -0,8% (era -0,5 a ottobre).

In base all'ultima rilevazione, pertanto, l'inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,2% per l'indice generale, mentre quella relativa alla componente di fondo è +0,6%.

Due considerazioni, una conseguenza dell'altra. Se gli occupati sono in calo e i nuovi assunti sono essenzialmente a tempo determinato è difficile che, al di là dell'ottimismo di propaganda dimostrato da Governo e maggioranza, possiamo aspettarci, come dimostra l'andamento dei prezzi, un miglioramento della nostra economia. Di conseguenza è facile prevedere che la Banca centrale europea continui a mantenere vivo lo "stimolo" monetario anche per i prossimi mesi... o almeno è la sola speranza che rimane all'Italia.