Il polo di centro o terzo polo è più di un'ipotesi. A guidarlo sarà il sindaco Beppe Sala e sarà presentato a settembre, ovviamente a Milano. Lo ha anticipato il quotidiano Domani, precisando che "L'Italia C'è", questo il nome scelto, per il momento è ancora un'associazione composta da politici e attivisti di altri partiti, su tutti Italia Viva ed ex di Più Europa.

Uno dei primi a iscriversi è stato Gianfranco Librandi, deputato di Italia Viva e industriale di Saronno, passato da Scelta Civica al Pd e poi al partito di Renzi. Librandi è uno dei più munifici finanziatori della politica italiana. È stato molto generoso con Matteo Renzi, che ha beneficiato di 800 mila euro tramite la fondazione Open, al centro dell'inchiesta sui finanziamenti illeciti.

Lo stesso Librandi avrebbe consultato due società di sondaggio e dal risultato ottenuto - con il nuovo polo accreditato addirittura del 10% - sarebbe emerso un apprezzamento per l'agenda Draghi e "la ritrovata centralità nello scacchiere internazionale".

Secondo quanto riporta l'Ansa "Librandi potrebbe essere anche il finanziatore del nuovo progetto politico, che tra i suoi obiettivi avrebbe quello di coinvolgere Mara Carfagna e Luigi di Maio. Non figurerebbe invece  tra le personalità da coinvolgere Carlo Calenda che, scrive Domani citando fonti, 'non vuole aggregare, gioca da solo a far perdere gli altri e così favorisce Meloni'.

Di un Polo riformista a cui starebbe pensando il sindaco di Milano parla anche Repubblica che rileva come Sala si starebbe muovendo per costruire una rete che potrebbe dar vita a un movimento che il quotidiano definisce una cosa politica nuova".

E che le indiscrezioni siano più che voci in stile calciomercato lo confermano le dichiarazioni delle ultime ore di alcuni renziani.

Luciano Nobili: "Da un lato chi ha fatto dell'opportunismo e del trasformismo il proprio dna come Giuseppe #Conte, che è pronto ad abbracciare Di Battista e #Salvini indifferentemente, le ricette di destra e quelle di sinistra, qualsiasi cosa pur di tornare in sella.Dall'altra chi come Luigi Di Maio ha compreso che la sopravvivenza di quel che è stato il #M5S passa da una evoluzione e revisione dell'impostazione originaria e che propone un profilo draghiano, europeista e atlantista oggi, e agisce di conseguenza, sospendendo ogni giudizio su quel che è stato, ipocrisia per ipocrisia.Viene solo da sperare che in quel disastro prevalga almeno chi, di fronte ad un contesto complesso come quello in cui siamo, sa usare il senso di responsabilità".

Sandro Gozi: "Insieme vinciamo e trasformiamo l'Italia. Divisi stiamo a guardare i bipopulisti distruggerla. Chi vuole correre da solo non va da nessuna parte. Non è più il momento di andare in ordine sparso.Costruiamo insieme una forza centrale contro i nazionalismi, gli estremismi e i populismi: una Renew italiana. L'alleanza fra liberali, democratici ed ecologisti sta cambiando la storia dell'Europa. Facciamolo anche in Italia".

Questa ennesima pagliacciata, che visti i tempi quasi sicuramente andrà in porto, è l'ulteriore riprova di quanto gli italiani continuino ad essere ostaggio di un gruppo di politici di scarsa qualità, ma di enorme furbizia, che operano per il loro esclusivo tornaconto al soldo di gruppi di interesse bancari, finanziari e industriali. 

Potrà finire mai questa storia? Solo con i collegi uninominali e il doppio turno. Unica riforma elettorale che consentirebbe di collegare e responsabilizzare i parlamentari ai loro elettori che, in questo modo, avrebbero la possibilità di valutarne l'impegno e il rendimento sia a livello locale che a livello nazionale. I parlamentari non sarebbero così più burattini ad esclusivo ostaggio dei capibastone di partito e ci sarebbe la quasi totale garanzia del rispetto di programmi e di linee politiche di indirizzo. 

Oggi gli italiani sono delle mandrie di votanti che vengono indirizzate da dei politici mandriani. Non funziona così. Nei paesi normali sono gli elettori che indirizzano, in base al voto, la linea politica di un partito e il suo rispetto nei cinque anni di mandato. Il sistema elettorale non verrà cambiato? Basta non andare più a votare... e non è che questo sia rinunciare ad un diritto, dato che quanto accaduto con Monti prima e Draghi adesso, con il placet di Napolitano e Mattarella, dimostra ampiamente che il voto alle politiche non conta nulla.