Ieri, 19 febbraio è morto alle 22.30, nella sua casa di Roma, Umberto Eco. Nato ad Alessandria 84 anni fa, si era laureato in  filosofia nella metà degli anni 50 e, dopo una  breve carriera in Rai, all'inizio degli anni 60 si dedicò alla carriera universitaria che lo portò ad insegnare semioticascienze della comunicazione non solo in Italia ma anche in molte università straniere, tra cui la Columbia University, Yale, il Collège de France, l'École Normale Supérieure.

Insieme all'insegnamento, Eco aveva affiancato anche un'intensa e fortunata attività di scrittore, iniziata come saggista con il celeberrimo Diario Minimo, pubblicato da Mondadori, che include l’«Elogio di Franti», dove Eco rivaluta il cattivo del libro Cuore di De Amicis, ma soprattutto  la «Fenomenologia di Mike Bongiorno», dove il conduttore viene celebrato come simbolo della mediocrità, facendolo però diventare, al di là di quelle che fossero le reali intenzioni dell'autore, un'icona della televisione italiana.

Nel 1980 Eco passa dai saggi alla narrativa, pubblicando con Bompiani Il Nome della Rosa, romanzo che, in fin dei conti, è stato il suo più grande successo letterario, tradotto in 40 lingue e trasformato in film da Jean-Jacques Annaud nel 1986.
Successivamente, Eco scrisse Il pendolo di Foucault, L'isola del giorno prima, Baudolino, La misteriosa fiamma della regina Loana, Il cimitero di Praga, Numero zero.

Umberto Eco è stato un intellettuale ma, a differenza di altri, non ha svolto la sua attività distaccato dal mondo in cui viveva... anzi, ne ha registrato l'evolversi sia dal punto di vista politico che di quello del costume anche grazie ad una collaborazione pluriennale con il settimanale L'Espresso nella rubrica La bustina di Minerva.

Tenace oppositore del berlusconismo e dei suoi monopoli, tra i fondatori di Libertà e Giustizia, Umberto Eco ha mal sopportato la nascita di una nuova casa editrice "globale" con l'acquisizione di RCS e degli editori satelliti, da parte di Mondadori, tanto da contribuire, anche economicamente, alla nascita di un nuovo editore indipendente, dal nome evocativo La Nave di Teseo, guidato da  Elisabetta Sgarbi, che inizierà la propria attività a partire dal prossimo maggio.

Sui social network si sprecano citazioni, più o meno  colte, di personaggi noti e sconosciuti che vogliono in questo modo salutare un italiano che, purtroppo, ci priverà del suo contributo di spunti ed idee interessanti su cui riflettere, da cui partire. Danno di non poco conto, non tanto perché in Italia menti brillanti non esistano, quanto perché non hanno e non debbono aver voce... disturberebbero la mediocrità al potere.

(foto Ufficio Stampa Univ. Reggio Calabria)