Trump, ovvero perchè serve la cultura del genere.
Anna Loretoni, docente di Filosofia politica alla Scuola Superiore Sant’Anna a Pisa e Nadia Urbinati che insegna Teoria politica alla Columbia University a New York
Scrivono su Repubblica del 18.10.16 che: "Conta anche a guardare la politica americana da parte democratica: perché vi è la possibilità concreta che una donna diventi commander in chief della prima superpotenza. Da un lato le donne sono trattate come “ pussycat” da prendere e usare, secondo una visione del mondo che ci porta molto indietro nel tempo, ai cliché insopportabili dei mad men che come despoti toccano, aggrediscono, usano e promuovono."
E continuano:
"Il gender è una cultura dei diritti civili che mette al primo posto la dignità della persona, nella sua specificità, la sovranità della decisione individuale e della scelta. È una cultura della maturità e della responsabilità, non della ludica irresponsabilità. Il genere mette a dura prova le culture sedimentate di ruoli e valori, non mobilita il mondo delle donne contro quello degli uomini. Critica abiti mentali, ruoli istituzionalizzati e linguaggi, e invita, donne e uomini, a leggerli come indicatori di un mondo gerarchico che offende e svaluta una parte dell’umanità, qui quindi tutta l’umanitá."
Se Trump a scuola avesse avuto insegnamenti sul "genere" volti a contrastare il "bullismo" non si assisterebbe oggi all' indecente spettacolo degli attacchi alla rivale in quanto donna, e con tutta probabilità le sue "gesta" in ascensore, avrebbero avuto diversa dinamica e diversi obiettivi, magari di galante aiuto ad anziane signore piuttosto che di gallismo di periferia.
Ma ancora oggi se questi insegnamenti si cerca di introdurli nelle scuole, la chiesa inizia a lanciare altre grida e a stracciarsi le vesti con Bergoglio che adombra addirittura complotti internazionali volti a spingere le nuove generazioni a cambiare sesso....... così tanto per vedere l' effetto che fa !