Nel corso dei miei studi in qualità di biblista ho avuto spesso occasione di incontrare testi che non esito a definire, se non moderni, comunque attuali per qualità espositiva e chiarezza nei concetti.

Ultimamente nell'ambito di una ricerca per dirimere questioni collegate al pacifismo e alla guerra, mi sono avvalso dei validissimi scritti di Erasmo da Rotterdam, di cui è nota la capacità accademica nel ramo teologico e il dissidio con Lutero sul tema del libero arbitrio: Lutero nega la libertà dell'uomo di scegliere tra il bene e il male, mentre Erasmo la afferma con forza, attirandosi i feroci attacchi del predicatore tedesco.

Erasmo da Rotterdam, nelle sue riflessioni sviluppa un pensiero pacifista accorato e argomentato, che si oppone alla pazzia del suo tempo e coltiva la speranza di un futuro di pace, rischiarato dal rinascimento della ragione.

Scrive Giuseppe Pasquali a proposito del "pacifismo" di Erasmo:

"Erasmo vuole smascherare l’illusione del tempo in cui vive, il XVI secolo, che sembra nascere solo in nome della guerra che continua ad imperversare.
Uomini, principi e sacerdoti, papi e re: tutti intenti incessantemente ad elogiare se stessi, mai stanchi di esaltare le proprie azioni quando, passando dal regno dell’ideale a quello del reale, il valore del loro agire crolla sotto i colpi della menzogna da loro stessi promulgata.
Gli impostori che governano l’Europa sono desiderosi di convincere non solo gli altri ma anche se stessi di essere il faro che illumina il continente grazie al loro alto profilo morale quando, nella realtà, sono solo dei folli la cui pazzia non permette loro di vedere l’assurdità di ciò che compiono".

La guerra che infuria, uccidendo e distruggendo ne è l’esempio più lampante. Essa ci porta al cuore pulsante del pensiero erasmiano: la necessità della pace.
In questo senso, Erasmo può essere considerato il primo grande pacifista cristiano, pacifismo che avrà una lunga tradizione della quale l’umanista di Rotterdam sarà il primo a gettare le basi in un percorso che proseguirà poi nei secoli, annoverando umanisti della caratura di Lev Tolstoj e Martin Luther King.